Carolina Marconi, adozione negata perché ha avuto un tumore: "Discriminazione"
"Più di 900mila persone in Italia guarite di tumore non possono ottenere un mutuo, farsi assumere, adottare un bimbo: una discriminazione"
Carolina Marconi lancia sui social una campagna di raccolte firme per il diritto all'oblio oncologico
È esploso sui social il casoo Carolina Marconi: la showgirl ha scritto su Instagram di essersi vista negata la possibilità di adottare un bambino insieme al compagno perché in passato ha avutro un tumore, anche se ora ne è guarita. "Una vera e propria discriminazione", l'ha chiamata, parlando anche delle 900mila persone che come lei in Italia non possono ottenere un mutuo o un lavoro per lo stesso motivo.
Il suo appello è stato raccolto e rilanciato da diversi vip e politici, tra cui Laura Boldrini, che sostengono la raccolta firme Aiom per il diritto all'oblio oncologico, cioè per coprire da privacy le notizie sul passato stato di salute che potrebbero costituire motivo di discriminazione.
"Io e Ale avevamo pensato di adottare un bimbo visto le tante difficoltà", ha scritto ieri Carolina Marconi su Instagram. "Ci stiamo facendo seguire da un avvocato ma purtroppo non sono idonea ad intraprendere un'adozione perché ho avuto un tumore anche se sono guarita".
"Più di 900 mila persone in Italia guariti di tumore", aggiunge "non possono essere libere di guardare il futuro senza convivere con l’ombra della malattia e per questo è molto difficile adottare un bambino, ottenere un mutuo, farsi assumere... una vera e propria discriminazione. Ci sono paesi come la Francia, Olanda, Lussemburgo, Portogallo, Belgio che hanno aderito al riconoscimento del Diritto dell’oblio oncologico con l’obiettivo di ottenere una legge che tuteli le persone che hanno avuto una neoplasia".
E poi l'appello: "Grazie alla associazione Aiom lancio una campagna per richiedere all’Italia di adeguarsi garantendo i diritti degli ex pazienti. Abbiamo raccolto fino oggi 24 mila (firme, ndr). Lo scopo è il raggiungimento di più di 100.000 firme che verranno poi portate al Presidente del Consiglio per chiedere l’approvazione della legge."