Toninelli rimpiange i vecchi tempi: "Mangiavo salmone, ora tonno in scatola"
Nella sua rubrica online Contro informazione l'ex ministro grillino lamenta la sua attuale condizione economica ma spara a zero: "In tv stai con gente di merda"
Toninelli, l'ex ministro rimpiange pubblicamente i vecchi stipendi: "In tv mi offrivano 700 euro come opinionista, ma devi stare in mezzo a gente di merda"
Danilo Toninelli, dismessi i panni da ministro è confluito tra le (grosse) fila dei grillini "decaduti" o almeno spariti dai radar della politica. L'ex M5S è tornato a far parlare di sé grazie alla rubrica che tiene online "Contro informazione" dove, tra le altre cose, non perde occasione per rimarcare che la sua attuale condizione economica - oggi Toninelli è tornato assicuratore - è divenuta insostenibile per mantenere certi standard di tenore di vita. Lo aveva già segnalato il Corriere della Sera, lo scorso dicembre, con l’ex ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, ora rimasto membro del collegio dei probiviri dei Cinque Stelle, a dire: «Stabiliamo un gettone di presenza per le riunioni», sperando invano di raccogliere una piccola quota per il sostentamento.
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I messaggi sono continuati e, come ricorda il quotidiano Libero, con toni sempre più allarmati e coloriti. «Io prima mangiavo il salmone, sapete noi fissati con la palestra... o mangiavo la bresaola. Cancellato tutto: un po’ perché non è più fattibile. Io non riesco a prendere neanche il tonno. Avete presente una scatoletta di tonno? Io prima prendevo quello in vetro... ma porca p*****a costava due euro e cinquanta! Adesso sono sette euro! Ragazzi, è una roba devastante».
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Come riporta Il Corriere, ai ragazzi affezionati che gli domandano consigli su informazione, politica, lavoro, Toninelli risponde: «Vi ricordate», continua per esempio Toninelli, in passato collezionista di celebri gaffe e sfondoni, «quando a fine legislatura (...) io dovevo capire come andare avanti lavorativamente per mantenere me stesso e la mia famiglia, e una delle opportunità era quella di andare a fare il commentatore televisivo.
Mi avevano offerto anche 700 euro a puntata, e quindi con 700 di qua e 500 di là i miei 4-500 euro lordi li avrei portati a casa, e sarei riuscito a pagarmi il mutuo, le bollette, la scuola dei miei ragazzi. Ma la televisione è una merda! Se accettavo la tivù dovevo stare in mezzo a gente di merda, e dopo dieci anni di Parlamento e di giornalisti, forse era giunto il momento di chiudere la porta in faccia e farcela con le proprie mani».