Allarme pesticidi nella pasta, trovato glifosato in 4 marche italiane
Lista nera per la pasta proveniente da agricoltura convenzionale, pollice verde per quella biologica
Allarme pesticidi nella pasta, tracce di glifosato in 4 marche italiane
Il nome “glifosato” non è nuovo nell’industria alimentare della pasta, e continua a preoccupare. La presenza del pesticida con possibile azione cancerogena in uno degli alimenti più amati dagli italiani, infatti, è stato confermato da uno studio condotto dalla rivista svizzera K-tipp, che nell’aprile di quest’anno ne ha pubblicato i risultati dopo aver effettuato gli esami in laboratorio.
Sono stati testati 18 pacchi di pasta, tra cui 13 provenienti da agricoltura convenzionale e 5 invece da agricoltura biologica. Dei primi 13, ben 10 prodotti hanno mostrato la presenza di residui di glifosato, anche se le quantità analizzate non sono alte e non superano i limiti di legge. E 4 sono tra i marchi italiani più importanti, molto spesso sulle tavole: Agnesi (tagliolini), Divella (spaghetti), Garofalo (spaghetti), Lidl Combino (tagliatelle), quest’ultimo non distribuito nei punti vendita italiani.
Ottime notizie invece per la pasta proveniente da agricoltura biologica, perché in nessuno dei 5 prodotti testati è stato trovato glifosato o altri pesticidi. Tra i marchi italiani senza glifosato ci sono Combino Bio (spaghetti integrali), che si trova anche nei supermercati italiani della catena Lidl, e Barilla (spaghettoni integrali e le penne integrali).
Glifosato, cos’è e quanto è pericoloso per la salute
Il sito dell’AIRC (Associazione Italiana Ricerca sul Cancro) definisce il glifosato l’erbicida più diffuso e utilizzato al mondo, tanto che dopo diverse analisi, la IARC di Lione lo ha classificato nel “gruppo 2A”, ovvero tra i probabili cancerogeni come lo sono DDT, carni rosse e steroidi anabolizzanti. Per “probabili cancerogeni” si intende che ci sono prove significative sui test con animali, ma invece non ci sono prove sufficienti per dimostrare l’azione cancerogena nell’uomo.
L’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) al riguardo ha dichiarato che è improbabile che il glifosato sia cancerogeno per l’uomo, ma comunque sia ha emanato nuovi livelli di sicurezza e altri controlli più severi. Infine l’ECHA (Autorità europea per le sostanze chimiche) definisce il glifosato come una sostanza che può creare lesioni oculari e tossica per gli organismi acquatici; non lo definisce cancerogeno, mutageno o tossico per l’uomo.
Le regole sul glifosato nell’Ue e in Italia
Non essendoci abbastanza prove al riguardo, le autorità internazionali hanno predisposto dei livelli massimi di utilizzo e il divieto di usarlo in aree molto popolate. Ogni Paese europeo presenta un approccio diverso all’utilizzo del glifosato: ad esempio, in Olanda è vietata la vendita di glifosato ai privati, mentre in Francia l’obiettivo è quello di eliminarlo del tutto.
Dal 2016, l’uso del glifosato in Italia è vietato nelle zone “frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili" (giardini, parchi, campi sportivi e zone ricreative, cortili, aree gioco per bimbi, aree verdi interne a scuole e strutture sanitarie).