Bari, il sindaco Decaro caccia due vigilesse: chiesero protezione al boss

Le analogie con la vicenda di cui ha parlato il governatore Emiliano

Di Redazione Cronache
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Comune di Bari, il caso delle vigilesse licenziate e le similitudini con Emiliano-Decaro

Continua a tenere banco il caso relativo al Comune di Bari, finito sotto indagine per presunte infiltrazioni mafiose. Dopo la rivelazione del governatore della Puglia Michele Emiliano di aver portato il sindaco Decaro dalla sorella del boss Capriati per ottenere una "protezione", emerge un fatto analogo che però ha portato ad un doppio licenziamento. Due vigilesse - riporta La Verità - sono state cacciate a Bari per avere chiesto aiuto al boss per vendicare gli insulti e le minacce ricevute da un automobilista. Il caso era finito in Procura, perché al "colpevole" dell’aggressione era poi stata rubata l’auto. Secondo il pm, che ha indagato sulla faccenda, il comportamento tenuto dalle due vigilesse era di "assoluta riverenza" nei confronti del capoclan, perché invece di reagire agli insulti e di denunciare avevano preferito chiamare una persona vicina al boss per ottenere "giustizia".

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Il Comune di Bari che licenzia le due agenti della polizia municipale - riporta La Verità - è lo stesso Comune guidato da un sindaco che, secondo quanto raccontato da Michele Emiliano, invece di denunciare un'intimidazione piuttosto pesante, andò a trovare la sorella del boss al seguito dello stesso governatore della Puglia?. Perché - si domanda La Verità - il comportamento è censurabile fino al licenziamento se commesso da due vigilesse e non lo è se, invece, è un sindaco che, minacciato, preferisce tacere e rivolgersi a persone vicine al clan? La polemiche relative alla vicenda del Comune di Bari sono destinate a continuare, dalle indagini è emerso anche - conclude La Verità - un presunto coinvolgimento proprio di queste due vigilesse sul fascicolo aperto dalla Procura che ha portato all'arresto di 130 persone.

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