Carabiniere corrotto, "borse di Louis Vuitton e biglietti per la Scala"
Il generale Liporace, per l'accusa, era al centro di una rete di tangenti per affidare gare in enti pubblici. Le intercettazioni
Generale dei carabinieri arrestato, i regali in cambio degli appalti. L'inchiesta su Liporace
Lo scandalo corruzione smascherato dalla Procura della Repubblica e dalla Guardia di Finanza di Milano ha portato ieri all'arresto del generale Oreste Liporace, già comandante dei carabinieri del secondo reggimento allievi, marescialli e brigadieri di Velletri, al centro secondo l'accusa di una rete di rapporti, tangenti e regalie per pilotare appalti pubblici. Oltre a Liporace, finito ai domiciliari, - riporta La Repubblica - sono stati coinvolti anche l'imprenditore Ennio De Vellis e i fratelli Massimiliano e William Fabbro, che con il loro gruppo multiservizi erano già finiti nei guai in due inchieste a Milano. I quattro sono accusati a vario titolo di corruzione, turbata libertà degli incanti e traffico d’influenze.
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Lo stretto rapporto tra Liporace (arrestato dai Ros) e Massimiliano Fabbro ha garantito all’imprenditore - in base a quanto risulta a La Repubblica - un appalto da 700 mila euro per le pulizie della caserma all’epoca guidata dal militare. Ricompensato poi con 22 mila euro, biglietti per lo Stadio Olimpico, per la Scala a Milano per il Macbeth, auto a noleggio, borse Louis Vuitton per oltre 11 mila euro. Diverse sono state trovate nella sua casa. "Le borse erano legate all’appalto?", chiede il pm Storari quando interroga Fabbro. "Certamente", risponde lui. Le richieste avvenivano sempre allo stesso modo. Liporace mi fece avere un biglietto con degli articoli di Vuitton da acquistare (…). Non me la sono sentita di dire di no, anche perché avevo la convenienza, temevo che una risposta negativa avrebbe inficiato l’affidamento, che comunque dava margine".
Con loro - prosegue La Repubblica - sono indagati anche Lorenzo Quinzi, dirigente a capo del dipartimento per gli Affari generali e la digitalizzazione del Mit (turbata libertà degli incanti) e anche il presidente di FederTerme Massimo Caputi, accusato di corruzione per un finanziamento da 700 mila euro ottenuto da Quinzi per le terme di Chianciano, in cambio dell’assunzione di una donna vicina a Quinzi. "Senti, - si legge nelle intercettazioni e lo riporta La Repubblica - mo che viene la primavera devi venire giù eh… Ci facciamo una bella mangiata. Porta chi vuoi portare, 5, 6, 10... Facciamo un’ammucchiata tutti quanti".
"Lo sai - prosegue - che ti voglio bene, Lorenzo". Grande è l’affetto che l’imprenditore Ennio De Vellis — mister "Sono a disposizione" — nutre per Lorenzo Quinzi, dirigente del ministero guidato da Matteo Salvini, dal 19 gennaio a capo del dipartimento per gli Affari generali e la digitalizzazione, una lunga carriera nelle stanze dei bottoni. Adesso indagato per turbata libertà degli incanti. In occasione di un ponte tra il 1° e il 5 novembre 2023, Quinzi - in base alle intercettazioni riportate da La Repubblica - chiama l’imprenditore: "Se fosse possibile, potrei andare 3-4 giorni a Sestriere?". Lì, infatti, De Vellis possiede un residence. La risposta è ovvia: "Certo, sì".