Caso Bakayoko, il sindacato Carabinieri: "Nessun razzismo, normali controlli"

Unarma: "Cerchiamo solo di contrastare l'aumento dei reati di strada, segnalato anche da Chiara Ferragni"

Cronache
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Nessun razzismo da parte dei Carabinieri contro Bakayoko


“Non c’è alcun accanimento razziale nella scelta di fermare una persona per dei controlli, soltanto un fraintendimento su cui le Forze dell’Ordine hanno tenuto subito a fare chiarezza", dichiara Antonio Nicolosi, segretario generale di Unarma, associazione nazionale sindacale dell’Arma dei Carabinieri.

“La disavventura del centrocampista del Milan, Timoué Bakayoko, corrisponde in realtà a normali controlli che gli agenti di polizia applicano quando ricevono una segnalazione dalla centrale. Il protocollo prevedeva di fermare e controllare una persona che, secondo identikit, assomigliava per fisionomia all’atleta. Gli agenti si sono limitati a rispettare la prassi senza etichettare per ‘colore della pelle’".

"Scelta esagerata? Per Unarma l’episodio è il risultato di un escalation di criminalità che già nei giorni scorsi è stato evidenziato da altri cittadini milanesi, si pensi per esempio alla Ferragni: le Forze dell’Ordine tentano solo di contrastare il l’aumento di reati di strada facendo il loro lavoro”.

 

GUARDA IL VIDEO DEL FERMO DI BAKAYOKO