Caso Grillo jr, pacco e lettera anonima a casa. "Condoglianze per i lutti"

Oggi il giudice deciderà se i quattro ragazzi indagati dovranno andare o no a processo. Ciro agli amici: "Mi sembra un incubo, mi sveglio e dico no"

Cronache
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Caso Grillo jr, oggi la decisione del giudice sul processo per stupro

Il tribunale di Tempio Pausania oggi deciderà se Ciro Grillo e i suoi tre amici andranno o meno a processo per l'accusa formulata da una ragazza conosciuta in Sardegna nell'estate del 2019: stupro di gruppo. L'accusa parla di violenza e la difesa di atti consenzienti, al giudice la decisione finale: rinvio a giudizio o archiviazione. Intanto - si legge sul Corriere della Sera - si scopre che a casa del fondatore del M5s, Beppe Grillo sono arrivati un pacco e una lettera anonima con chiare allusioni al caso del figlio. Prima una t-shirt e una scritta allusiva: www.ciro.org. Poi una lettera battuta al computer dai toni sinistri: "Condoglianze per i lutti in famiglia nelle feste". Il tutto recapitato nel mese di novembre nella villa di Beppe Grillo sulla collina di Sant’Ilario, a Genova. E se nessuno a casa del fondatore del Movimento Cinquestelle ha preso seriamente in considerazione il pacco, pensando a uno scherzo di cattivo gusto, la missiva ha destato qualche preoccupazione.

Dopo averla letta, Grillo ha chiamato la Digos per segnalare la minaccia. Per quanto riguarda l’indagine, - prosegue il Corriere - la lettera verrà analizzata dalla Scientifica per cercare eventuali impronte digitali che non siano quelle dei Grillo. I quali l’hanno ricevuta qualche giorno prima di aprirla, a conferma del fatto che nessuno era preoccupato. Cosa può esserci, quindi, dietro queste spedizioni? C’entra forse il processo in corso in Sardegna contro il figlio di Beppe, Ciro, e i suoi tre amici? «Sgombriamo il campo dalle ipotesi più gravi. Non si è mai visto un attentato preannunciato», tiene a precisare chi sta indagando, che parla piuttosto di «leoni da tastiera».

Emergono nuove intercettazioni ambientali. I ragazzi sono davanti alla caserma dei carabinieri - si legge sulla Verità - senza cellulari, sequestrati dagli inquirenti. Ciro dice agli amici: "Raga mi sembra un incubo, a voi no?". Gli altri gli rispondono in coro: "E' un incubo". Ciro: "Mi sveglio al mattino e dico: no!". Edoardo prosegue: "Tutti i giorni, tutti...vado a dormire che ci penso, ti svegli che dici: vabbè dai...". Le voci si accavallano. Francesco: "Adesso per un po' dobbiamo stare tranquilli, non uscire tutte le sere e tornare alle sei come abbiamo fatto fino ad adesso".

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