Caso Orlandi, le tre persone vicino a Emanuela che hanno fatto una brutta fine
Dopo oltre 40 anni dalla scomparsa della cittadina vaticana, qual è stato il destino degli amici e dei compagni di Emanuela?
Emanuela Orlandi, tutte le persone coinvolte nella sparizione. Ecco che fine hanno fatto
Dopo oltre 40 anni continuano ad emergere dettagli inquietanti attorno alla sparizione di Emanuela Orlandi, cittadina vaticana, avvenuta nel lontano 22 giugno 1983. Questa volta è il Corriere della Sera a sollevare una questione: che fine hanno fatto le amichette e i compagni che a vario titolo furono testimoni, inconsapevoli e involontari, dell'accaduto? Cosa è successo loro?
C'è Raffaella, compagna di musica all'epoca 19enne, che raccontò alla stampa quanto le aveva detto Emanuela Orlandi prima di sparire (la proposta di lavoro per la Avon e altro) e da quel momento fu pedinata, minacciata, intimidita da personaggi mai identificati: rimase talmente sotto choc da farsene una malattia per tutta la vita. Oggi, a 59 anni, è ricoverata in una clinica psichiatrica.
Poi c'è un'altra amica, Silvia, compagna di classe al Convitto nazionale, che disse a un giornalista che Emanuela le aveva confidato che si sarebbe allontanata da casa "per un po' di tempo”. Da quel momento Silvia, oggi 55enne, è passata da un trattamento farmacologico all'altro e il cugino denuncia: “Per non farla parlare l'hanno irretita, sedata, annichilita. Non la sento da anni. Potrebbe anche essere morta”.
Un terzo ragazzino, Pierluigi, anche lui iscritto al liceo scientifico frequentato da Emanuela, fu ripetutamente minacciato di morte. Era venuto a sapere qualcosa? Nel 1987 chiamò in diretta "Telefono giallo" e con voce rotta esclamò: “Se parlo mi ammazzano”. Poi trovò riparo all'estero, dove vive tuttora, a 55 anni, con pochissima voglia di parlare dell'evento che gli ha stravolto la vita.
Non da ultima la vicenda di Raffaella Monzi, compagna del corso di musica a Sant'Apollinare: oggi, 40 anni dopo, quella che era una bella ragazza bionda con i capelli ricci non si è mai ripresa. Alla soglia dei 60 anni, è rinchiusa in una struttura psichiatrica fuori Roma, nei pressi di Subiaco: "Vivevamo una situazione angosciante, la sensazione di avere il fiato di qualcuno molto cattivo sul collo..."
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E se, da un lato, la cerchia dei misteri sembra sempre più allargarsi a macchia d’olio, anche sul fronte giudiziario i confini sono ancora nebulosi. Il Vaticano e la Procura di Roma hanno riaperto le indagini; e poi c’è l’intricata vicenda della commissione di inchiesta. Sulla quale il procuratore generale della Santa Sede Alessandro Diddi ha dichiarato: “La Commissione ora sarebbe un’intromissione, un atto pernicioso per la genuinità delle indagini”. E ha aggiunto: "Noi abbiamo tutto l'interesse a contribuire, ove possibile, alla ricerca della verità. In questi anni sono stati scritti e sono state dette tante cose. Il mandato che ho ricevuto è quello di dare ampia e totale incondizionata assistenza all'autorità giudiziaria italiana".