Caso Pipitone: pietra tombale sulla Commissione d’inchiesta, "troppo tardi"

La proposta ha superato l’esame della Commissione Affari Costituzionali ed aspetta di approdare in aula a Montecitorio

di Antonio Marziale
Denise Pipitone
Cronache
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Denise Pipitone, la Commissione d'inchiesta non si farà: la conferma dei parlamentari

La proposta presentata dall’onorevole Alessia Morani (Pd) ed altri firmatari ha superato l’esame della Commissione Affari Costituzionali ed aspetta di approdare in aula a Montecitorio, dove l’assemblea – unica titolata ad istituirla – dovrebbe esprimersi. Una nazione intera è in attesa di conoscere l’esito, perché in 17 anni Denise è diventata, suo malgrado, la bambina più conosciuta ed amata dagli italiani. La sua vicenda ha assunto le connotazioni di una fiction interminabile, ma tale non è, perché dietro non ci sono copioni scritti, tantomeno autori o truccatori preposti a rendere più affascinanti i protagonisti.

La mamma, Piera Maggio, si è presentata sempre al cospetto delle telecamere “abbellita” dal fascino sinistro del dolore, invocando l’aiuto della gente e soprattutto dello Stato, che non riesce ancora a dare risposte. Eppure, sono stati intervistati inquirenti – dunque, pezzi di Stato – che hanno palesato, a microfoni aperti e mettendoci la faccia, dubbi sulle modalità dell’inchiesta. Alcuni sono finiti per essere indagati, come l’ex pm Maria Angioni, che al tempo si occupò della scomparsa della bambina e che non ha mancato di esternare finanche sospetti sulle operazioni di ricerca.

Ma, a finire sotto la lente delle indagini vi sono anche giornalisti, tra i quali Milo Infante, vicedirettore di Rai2 e conduttore del popolare contenitore quotidiano “Ore14”. Milo non ha mai smesso di occuparsi di Denise, sin dal quel maledetto 1 settembre 2004. Al tempo conduceva “L’Italia su 2” ed io ero tra gli ospiti più frequenti, dunque testimone della sua partecipazione emotiva, della nostra partecipazione emotiva, a telecamere spente. Già, perché letteratura vuole il giornalista privo di scrupoli, una sorta di John Wayne della redazione, impassibile al dolore della gente, dotato di pelo sullo stomaco, che esaurita la notizia e spente le luci della ribalta si accomoda al “chissenefrega, tanto io che posso fare?”.

Parlavamo di luci della ribalta, quelle che si sono accese intorno alla paventata ipotesi dell’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta. E insieme alle luci si sono accesi i cuori di madri e padri, in ogni casa, perché nella vicenda di Denise lo Stato sta dimostrando tutta la sua impotenza, al cospetto di chi? Di zingari che l’hanno sequestrata e occultata? Di congiunti? Di pedofili o di marziani? Ci sono stati indagati, imputati assolti e condannati in questa vicenda, ma non si intravede alcuna risoluzione.

Perché la Commissione parlamentare d’inchiesta? Perché, secondo voi, è normale che una ex pm denunci dopo quasi due decenni lacune investigative e adombri sospetti sulle forze di polizia, evocando finanche l’interferenza in loco di soggetti terzi nel corso delle sue indagini? Adesso la togata è imputata, ma il giornalismo avrebbe dovuto tacere? Siamo in Sicilia, dunque in Italia o in Russia? È cosa di tutti i giorni che un carabiniere rinvenga sui tergicristalli della propria autovettura un biglietto invitante a “farsi gli affari suoi” sul caso Pipitone? Come interpretare lo sfavillio di intercettazioni processate dai magistrati e al contempo da sempre più sofisticate attrezzature tecnologiche per la Tv che producono costantemente esiti contrastanti? La bambina era depositaria di segreti fisico-nucleari ed è stata fatta sparire alla stregua del mai più ritrovato Ettore Majorana? A memoria, però, nemmeno per il catanese Majorana fu fatta una Commissione parlamentare d’inchiesta.

Interpellata da Affari Italiani anche il direttore Angelo Maria Perrino è fra i giornalisti che non hanno mai lesinato spazio alle rivendicazioni della famiglia di Denise – la deputata Morani ha risposto che il Parlamento in questo periodo si sta occupando prevalentemente di energia, problema certamente impellente, ma a guardare il calendario dei lavori, per domani, martedì 22 marzo, sono previsti: ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l'Istituto forestale europeo riguardante lo stabilimento in Italia di un ufficio sulla forestazione urbana fatto a Helsinki il 15 luglio 2021; ratifica ed esecuzione della Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti fatta a Stoccolma il 22 maggio 2001; discussione sulle linee generali della mozione concernente iniziative a sostegno del settore della moda. E l’energia?

Ho interpellato oggi due parlamentari firmatari della proposta e mi hanno detto “in camera caritatis” che è troppo tardi per una Commissione d’inchiesta, in quanto mancano ormai solo pochi mesi allo scioglimento delle Camere. Ma – chiedo per una amica – non si sapeva anche pochi mesi fa che il tempo fosse “tiranno”, quando cioè la proposta è stata presentata? Andante a chiedere a Piera Maggio come si vive la dimensione del tempo a certe latitudini!

 

* di Antonio Marziale - Sociologo, giornalista, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori

 

 

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