Caso Saman, zio e cugini rinviati a giudizio a Reggio Emilia
L'accusa è di sequestro di persona, omicidio e soppressione di cadavere
Saman si era ribellata a un matrimonio combinato
Lo zio e i cugini di Saman Abbas, la 18enne pakistana scomparsa da Novellara il 30 aprile scorso e mai più ritrovata, sono stati tutti rinviati a giudizio con l'accusa di sequestro di persona, omicidio e soppressione di cadavere.
È questo l'esito dell'udienza preliminare, svoltasi oggi in tribunale a Reggio Emilia, che ha visto alla sbarra lo zio Danish Hasnain e i due cugini, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq. L'avvocato di quest'ultimo, Luigi Scarcella, però, si dichiara convinto della estraneità di Nomanhulaq ai fatti. "Se la norma non lo impedisse - ha dichiarato - avrei richiesto l'abbreviato: sono convinto che agli atti non ci sia la prova della reponsabilità di Nomanhulaq Nomanhulaq: sono convinto che sia assolutamente estraneo a tutte le accuse che gli vengono contestate".
Caso Saman, il legale del fratello: "Giudizio prevedibile date le aggravanti"
"Il rinvio a giudizio era prevedibile - ribatte invece l'avvocato Valeria Miari, legale del fratello minorenne di Saman -, visti gli atti e soprattutto i reati come contestati con le aggravanti". Secondo l'accusa, infatti, la ragazza sarebbe stata uccisa poiché si rifiutava di contrarre un matrimonio combinato con un parente in patria.
Caso Saman, in un video "incriminante" gli ultimi istanti della vittima
Gli ultimi istanti della vita di Saman sono ritratti in un video, risalente al 30 aprile 2021, giorno della scomparsa della ragazza, in cui la giovane in compagnia dei familiari, dieci minuti dopo la mezzanotte, si dirige verso le serre con indosso uno zaino bianco che pochi minuti dopo, quando i genitori rientrano in casa, è sulle spalle del padre.