Collot: "Il mio stalker a processo, non mi credevano. Nel 2018 fui violentata"

La leader di "Potere al Popolo" si sfoga: "Dicono si debba denunciare ma poi le donne che lo fanno non vengono tutelate"

Cronache

Marta Collot: "Le donne che denunciano vengono lasciate sole"

Marta Collot adesso può tirare un sospiro di sollievo e raccontare la sua disavventura, ma il suo iter giudiziario è stato piuttosto tribulato. L’8 marzo scorso, - si legge sul Corriere della Sera - mentre protestava davanti al Tribunale di Bologna contro la sentenza che aveva prosciolto il suo stalker, la portavoce di Potere al Popolo restò imperturbabile quando confessò anche di aver subito nel 2018 — da un altro uomo poi condannato a 8 anni — una violenza sessuale in un parco di Bologna. Ora la Corte d’appello di Bologna ha rivisto la scelta del gup e deciso di mandare a processo il suo stalker, già condannato a un anno e 8 mesi per una sua seconda denuncia.

"Non mi va mai di dare giudizi personali o umorali, in questa storia - spiega Collot al Corriere - vorrei sottolineare il fatto che c’è stata una vittoria grazie a una mobilitazione. Non è stato automatico prendere in considerazione la serietà delle denunce fatte, non dovrebbe essere così. Non ci dovrebbe essere bisogno di mobilitarsi e rendere pubblico un fatto perché sia fatta un minimo di giustizia. Per me resta però un segnale positivo aver dimostrato che la lotta paga. Sembra uno slogan ma non è così, soprattutto per i diritti delle donne. La giustizia è arrivata dopo una mobilitazione e una denuncia collettiva. Spesso le donne che decidono di denunciare non vengono tutelate".

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