Comune San Benedetto paga con soldi pubblici il calendario sexy. Non è un dono

E spunta la delibera. Guarda le carte. Dopo aver negato per una settimana, il Comune paga il calendario sexy con le modelle in bikini in edicola con VIP

di Antonio Amorosi
Tags:
calendariocomune san benedettomiss grand prix 2024sexysoldi pubblicivip
Cronache

L’opposizione: “Un’amministrazione piccola piccola, priva di dignità, senza il coraggio delle proprie azioni e moralmente inesistente” 

Ci avevano detto che era un dono, che il calendario sexy con il logo del Comune e le modelle in bikini non sarebbe stato pagato con denaro pubblico, addirittura che l’ente non ne sapesse niente, invece venerdì 15 dicembre la giunta di San Benedetto del Tronto si riunisce ed approva all’unanimità dei presenti la delibera per pagare l’agenzia che lo ha realizzato. 

Sono stati usati soldi pubblici per il calendario sexy che pubblicizza il Comune di San Benedetto del Tronto. Guarda i documenti alla fine.

Comunque il giallo del calendario di San Benedetto del Tronto è meglio di Beautiful.


 

Inizia così. Un consigliere di maggioranza, Umberto Pasquali, che sostiene la giunta del sindaco Antonio Spazzafumo, fa una conferenza stampa e lancia il calendario Miss Grand Prix 2024 con le modelle in bikini e sotto il simbolo del Comune, annunciando il costo: 7.000 euro di denaro del Comune. In tanti attaccano l'ente, sorpresi di vedere le modelle anche in pose sensuali tra i monumenti della città, con il simbolo del Comune e il calendario pagato con denaro pubblico. Gli attacchi si fanno duri. Le opposizioni criticano aspramente l’ente, anche la maggioranza si spacca con il Centro civico popolare che assume una posizione di contrasto. Subito replica il Comune con un comunicato stampa, dove spiega che l’ente ha sviluppato una feconda serie di attività promozionali con la società privata esecutrice ma “nello specifico, il progetto di realizzazione del calendario non rientra nel contributo che il Comune intende rilasciare, ma è stato interamente finanziato da sponsor privati e alcune copie sono state poi donate all’Amministrazione comunale. La presenza del logo del Comune è stata intesa come riconferma di questo fecondo rapporto di collaborazione”.


 

In soldoni il Comune sostiene che il calendario sia un dono e che non sarebbero stati usati soldi pubblici per realizzarlo. Tutti in Comune ripetono il refrain. Ma anche solo per usare il logo dell’ente, sotto il calendario, serve un delibera o un atto del Comune che non si trova. Non sarebbe mai stato rilasciato. La stessa società realizzatrice del calendario attacca i critici e chi ha esagerato nelle contestazioni ma spiega anche ad Affaritaliani che il calendario era negli accordi tra le parti. Vuole essere pagata, come è ovvio che sia, non ha realizzato quel lavoro di propria iniziativa. Il calendario è in tutte le edicole italiane con la rivista VIP.


 

Abbiamo provato a contattare più volte il sindaco ma non ci ha mai risposto. In settimana abbiamo intervistato gli assessori donna.

Dopo giorni di fermento, in cui la maggioranza negava che il calendario fosse stato pagato con denaro pubblico, la giunta di San Benedetto del Tronto si riunisce e arriva il pezzo mancante. La delibera di pagamento del calendario viene approvata all’unanimità dei presenti.

Nell’allegato della delibera “Integrazione iniziative festività natalizie e altri interventi turistici e cultuali 2023/2024” compare il dato. Negli allegati c’è il riferimento al protocollo del Comune di San Benedetto n°89232 del 17/11/2023. E cosa contiene questo numero di protocollo? Tra le altre cose proprio il calendario Miss Gran Prix 2024. Basta leggere il protocollo, Affaritaliani lo ha già mostrato qualche giorno fa. Alla data 17/11/2023 la società realizzatrice, la Marastoni srl, ha proposto all'ente proprio il calendario Miss Grand Prix. La comunicazione è stata protocollata dal Comune. Una faccenda che muoverà pure solo 8000 euro di soldi pubblici che anche se pochi sono la pietra dello scandalo che ha fatto parlare per giorni. Il Comune ha detto una cosa non vera. Non era un dono. Con i soldi pubblici è stato pagato il calendario sexy. E c'è anche il patrocinio del Comune.

Giorgio De Vecchis, consigliere dell’opposizione ad Affaritaliani: “Un’amministrazione piccola piccola, priva di dignità, senza il coraggio delle proprie azioni e moralmente inesistente”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questa storia è la sintesi di un'ipocrisia profonda e ripetuta. Un'istituzione che in mancanza di idee per pubblicizzare la propria città usa un calendario con le immagini di ragazze in bikini in pose anche sexy e non lo ammette. Possibile che nella patria dell'arte e della bellezza un'istituzione pubblica non abbia altre idee che promuovere la cultura usando degli stereotipi? La donna in bikini? E paga con soldi pubblici un'agenzia per realizzare questa campagna!?