Così un hacker 24enne teneva in pugno l'Italia, grazie al pc di una nave della Gdf attraccata a Brindisi
L'accusa: Carmelo Miano ha scaricato i dati da 36 milioni di telefoni e atti da 26 server. Controllava il Ministero della Giustizia, Tim e la Guardia di Finanza
Hacker arrestato, il suo quartier generale era una stanzetta alla Garbatella a Roma
Incredibile ma vero, l'Italia e i suoi segreti erano in mano a un 24enne hacker. Grazie ai suoi accessi abusivi è riuscito a scaricare i dati di 36 milioni di telefoni e atti di svariato tipo da ben 26 server. Una stanzetta, un monolocale del quartiere romano della Garbatella, era questo il quartier generale di Carmelo Miano, il ragazzo arrestato mercoledì scorso dalla polizia postale. Gli investigatori - riporta Il Fatto Quotidiano - avevano piazzato una telecamera dietro la sua scrivania. Lui spiava le procure che lo indagavano. Scaricava le informative che lo riguardavano. E loro spiavano lui che li spiava. Tre in particolare i sistemi a cui era riuscito ad avere accesso e di cui conosceva ogni segreto: Il Ministero della Giustizia, Tim e la Guardia di Finanza.
Leggi anche: De Chirico (FI): “Revocare l’Ambrogino d’oro a Fedez? Richiesta irricevibile”
Il 26 ottobre 2021 - prosegue Il Fatto - entra per la prima volta nel sistema centralizzato della Guardia di Finanza. La sua porta d’ingresso? La rete satellitare gestita da Telespazio Spa, società di Leonardo (che si occupa di cybersicurezza). Come? Attraverso i computer di bordo della nave pattugliatore "Greco", in quel momento ormeggiata a Brindisi. Dalle indagini si scopre un dato inquietante (tanto più se consideriamo che la Gdf è un corpo militare): la postazione digitale della nave non aveva alcun antivirus. E all’utenza del comandante si poteva accedere senza password.