Covid, allarme contagi dalla Cina: “A giugno 65 mln di casi a settimana"
Si chiama XBB la nuova variante di Omicron che dilaga in Cina: fino a 65 milioni a settimana a giugno, approvati due nuovi vaccini. L'opinione degli esperti
Covid, nuova ondata in arrivo in Cina: a giugno la variante XBB porterà 65 milioni di contagi a settimana
La Cina torna a tremare sotto la minaccia del Covid e il mondo con lei. A fine giugno infatti, una nuova variante - XBB - porterà a far registrare 65 milioni di nuovi contagi a settimana. L’allarme è partito dopo queste previsioni espresse da Zhong Nanshan, il principale esperto di malattie respiratorie del gigante asiatico, intervenuto a Guangzhou al Greater Bay Area Science Forum. Come riporta il Global Times, la miccia della nuova ondata è concreta data la presenza dominante del Paese. Per correre ai ripari contro l'ultima variante la Cina ha approvato due nuovi vaccini che a breve entreranno in commercio - aggiunge Zhong - e altri tre- quattro sono in fase di approvazione.
Secondo la National Health Commission le varianti XBB sono ricombinanti di Omicron e come la loro “genitrice” mostrano una trasmissibilità e una fuga immunitaria fortissima - addirittura superiore a Omicron - ma senza cambiamenti significativi a livello patogeno. Il Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie - China Cdc - ha stimato la crescita del tasso di infezione della variante XBB, passato dallo 0,2% di metà febbraio al 74,4% di fine aprile e all'83,6% di inizio maggio.
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Sulla base di queste caratteristiche, si prevede dunque che la nuova ondata in corso dovrebbe far registrare circa 40 milioni di contagi settimanali entro fine maggio per poi raggiungere il picco tra un mese, ma senza determinare un grande stress sugli ospedali come avvenne questo inverno a seguito dello stop alla celebre politica “Zero Covid”, osservata religiosamente per lungo tempo.
Premesso ciò, è necessario - come noto - che le persone fragili tengano alta la guardia e si tutelino adottando tutte le misure di protezione e prevenzione possibili, lo sottolinea Wang Guangfa, esperto di malattie respiratorie del Peking University First Hospital.
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Covid, Pregliasco: “con XBB possibile rialzo casi anche da noi fra 2-3 mesi ma senza conseguenza gravi”
"Le varianti XBB" di Sars-CoV-2, che in Cina stanno alimentando una nuova ondata Covid per cui si attende un picco da circa 65 milioni di casi a settimana a fine giugno, "di sicuro hanno caratteristiche di trasmissibilità e immunoevasione tali da far prevedere anche da noi un possibile rialzo dei contagi fra 2-3 mesi". Questa la previsione di Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università Statale di Milano; che aggiunge: “Sarà un rialzo non importante, probabilmente senza un impatto significativo in termini di casi gravi", ha dichiarato l'esperto all'Adnkronos Salute.
"Il virus rimarrà con noi - ribadisce Pregliasco - con andamenti ondulanti e non sincroni a livello mondiale", guidati nelle diverse aree del mondo "dai livelli di immunità ibrida acquisita dalla popolazione - cioè il mix tra vaccinazione, infezione e vaccinazione più infezione - e dalla distanza dall'ultima ondata. Noi al momento siamo in una fase decrescente perché abbiamo subito un'onda di risalita poco tempo fa - aggiunge il virologo - ma nel prossimo futuro "un rialzo è possibile" con il calo dell'immunità ibrida, quindi con l'aumento del bacino dei vulnerabili al contagio, e con la diffusione di mutanti trasmissibili come i ricombinanti di Omicron XBB.
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Covid, Bassetti: L'ondata di XBB in Cina non deve preoccuparci"
Dello stesso parere è anche l’infettivologo Matteo Bassetti che ritiene queste varianti “forme meno impegnative di malattia”. E aggiunge: "Sicuramente 65 milioni di casi a settimana su una popolazione di 1,5 miliardi vogliono dire numeri abbastanza importanti. Ma dobbiamo vedere la ricaduta, perché potremmo avere il 5% della popolazione che si fa una forma che è poco più di un raffreddore, mentre diverso è dire che rischiano la polmonite. E io non credo sia quest'ultimo il risultato, perché con le varianti Omicron siamo di fronte a forme meno impegnative di malattia.
Sull’eventualità di una minaccia concreta di propagazione del Coronavirus anche in Italia, il direttore Bossetti rassicura: “Io non credo dovremmo preoccuparci, ma loro in Cina si gestiranno la loro ondata Covid. È evidente che in Cina hanno una copertura vaccinale diversa dalla nostra - osserva l’infettivologo - Una grande parte dei cinesi si è immunizzata 4-5 mesi fa e sappiamo bene che questa immunità da Omicron dura meno del vaccino. Ma è un problema loro. A dimostrazione del fatto che abbiamo fatto bene con le vaccinazioni in Italia e in Europa".