Denis Verdini nel carcere di Sollicciano. Una delle peggiori prigioni d'Italia

Un monolite sovraffollato situato a Firenze che in estate è un forno e in inverno una ghiacciaia. Sette suicidi negli ultimi due anni e condizioni pessime

Di Redazione Cronache
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Denis Verdini, da Rebibbia coi "colletti bianchi" alla prigione sovraffollata e molto problematica di Sollicciano

Denis Verdini è tornato in carcere, il tribunale di sorveglianza ha deciso di revocare i domiciliari all'ex senatore e rimandarlo in galera a causa delle sue "evasioni" da casa non giustificate. Subito è scoppiata la polemica per la visita di Matteo Salvini, il compagno della figlia Francesca. Un abbraccio con il "genero" Matteo alla fine del colloquio, poi - si legge su Il Corriere della Sera - Denis Verdini è stato riportato dagli agenti della polizia penitenziaria di Sollicciano in una cella singola. È questa la sistemazione dove l’ex senatore rimarrà altri tre giorni. Una fase "cuscinetto", prima di entrare nel carcere vero e proprio. Ma una volta nella struttura, per l'ex senatore si preannunciano diverse problematiche, le stesse che devono affrontare tutti gli altri detenuti della struttura.

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Sollicciano a Firenze, aperto nel 1983, - prosegue Il Corriere - è ritenuto uno dei più problematici penitenziari d'Italia. I numeri parlano chiaro: nella sezione giudiziaria i detenuti sono 569 su una capienza di 500. Ma il sovraffollamento è solo una delle drammatiche criticità di una struttura ritenuta invivibile, dove negli ultimi due anni si sono suicidati sette detenuti e dove ogni mese si registrano decine di gesti di autolesionismo. Condizioni ben diverse, insomma, rispetto a quelle di Rebibbia a Roma, dove Verdini trascorse il primo periodo di reclusione in pieno Covid, nell’ala dove sono detenuti i "colletti bianchi".

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