Di Matteo, la bordata: "Riforma giustizia? Vogliono attuare il piano della P2"
Il pm antimafia durissimo col governo e il ministro Nordio: "Politica pervasa da rivalsa verso la magistratura"
Di Matteo attacca: "Cartabia ha aperto il varco, Nordio per la spallata finale"
Nino Di Matteo attacca il governo e il ministro Nordio per la riforma della giustizia e parla di "politica pervasa da rivalsa verso la magistratura". Il pm antimafia e membro del Csm ha le idee chiare sulla mossa dell'esecutivo: "C'è - spiega Di Matteo a La Stampa - un disegno unico nelle riforme che attuano il programma fondativo di Forza Italia e affondano le radici nel disegno della Loggia P2. Il dibattito sulle singole riforme rischia di essere insufficiente, se non fuorviante, senza una visione d’insieme. Vedo una continuità di lungo periodo. Nel solco del programma dei governi Berlusconi. Le riforme Cartabia e Nordio vanno nella stessa direzione. Che non è rendere più veloce la giustizia, ma sdoppiarla. Implacabile sui reati comuni; lenta e spuntata verso le manifestazioni criminali dei colletti bianchi. Cartabia ha aperto il varco che Nordio percorre. Le sue riforme darebbero la spallata finale. In parte significativa - prosegue Di Matteo - a queste riforme coincidono con i programmi dei primi governi a guida Forza italia. E per certi aspetti, anche piuttosto rilevanti su giustizia e informazione, con il piano di rinascita democratica della Loggia P2. Vogliono ridimensionare l’indipendenza della magistratura, controllarla direttamente".
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Di Matteo spiega perché il governo sta accelerando proprio adesso: "L’immagine della magistratura - dice il pm antimafia - è diversa rispetto a 30 anni fa. La magistratura paga anche sue colpe, con una perdita di credibilità di cui il potere politico vuole approfittare. Non è stata la magistratura a invadere il campo della politica, ma la politica ad accollare alla magistratura il compito di risolvere casi di condotte incompatibili con il ruolo pubblico. Salvo poi lamentare che la magistratura fa campagna elettorale". Di Matteo affronta anche il tema della commemorazione di Borsellino che ha diviso la procura antimafia. "Non mi pare che le riforme vadano nella direzione auspicata da Borsellino per rafforzare la lotta alla mafia. Piuttosto, la indeboliscono sul fronte più delicato".
"Così - prosegue il pm - non si onora l’eredità morale di Falcone e Borsellino. La si tradisce. C’è un non detto di fondo. E mi fa specie, nel momento in cui esponenti del governo, a cominciare dal primo ministro, rivendicano l’adesione al modello ideale di Borsellino. Quando gli chiesero dei rapporti mafia-politica, Borsellino disse pubblicamente che il dramma dell’Italia è che se non c’è reato non si fa valere la responsabilità politica anche per comportamenti gravi e accertati".