Diga Genova, la procura Ue indaga per turbativa d'asta. Toti intercettato: “Sappiamo già chi la fa”

Trasmessa intercettazione dell'ex governatore della Liguria: "Sappiamo già chi la fa"

di redazione cronache
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Genova, “turbativa d’asta con danni all’Unione”: via all’inchiesta europea sul maxi-appalto per la Diga

C'è una svolta nell'indagine della procura europea sull'appalto per la costruzione della nuova Diga di Genova, la maxi opera finanziata con i fondi del Pnrr per un valore di un miliardo e 300 milioni. I pm Stefano Castellani e Adriano Scudieri indagano per turbativa d'asta con danno agli interessi finanziari della Ue. I due procuratori europei hanno incaricato il nucleo di polizia economica finanziaria della Gdf di Genova per gli approfondimenti investigativi. Da Genova è stata trasmessa l'intercettazione del 21 settembre 2021 tra Giovanni Toti e l'imprenditore Aldo Spinelli: "sappiamo già chi la fa".

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Toti e Spinelli andranno a processo a novembre insieme a Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell'Autorità portuale con l'accusa di corruzione. In quella conversazione i due parlano della Diga, la cui gara non era ancora stata bandita. Toti spiega a Spinelli: "La diga è fatta... è già in gara... Sappiamo già anche chi la fa... Secondo me vince Salini Fincantieri". Cosa che poi è effettivamente avvenuta con i lavori assegnati al consorzio "PerGenova Breakwater" di cui fanno parte Webuild e Fincantieri Infrastructure (le stesse aziende che hanno ricostruito il ponte San Giorgio dopo il crollo del viadotto Morandi), in alleanza con Fincosit e Sidra. Quella gara era finita nel mirino dell'Anac, l'Autorità anticorruzione. Che aveva contestato ad Autorità portuale e Commissario per la diga (ruoli ricoperti da Signorini fino al suo passaggio in Iren) le procedure seguite per l'assegnazione dell'appalto parlando di "anomalie e distorsione della concorrenza" ma anche la possibilità di ottenere automaticamente delle varianti in relazione alle problematiche geologiche collegate alle operazioni di basamento su fondali fangosi. Il consorzio escluso aveva fatto anche ricorso al Tar vincendo il primo grado. Il Consiglio di Stato aveva dichiarato invece l'appalto regolare.