Dossieraggio, il bar vicino alla procura per gli scambi. L'ombra degli 007

Sono otto i giornalisti indagati. Lo scandalo si allarga, esisterebbe un vero e proprio gigantesco "mercato di notizie riservate"

Di Redazione Cronache
Antonio Laudati, pm antimafia
Cronache

Dossieraggio, il sospetto di un coinvolgimento di qualcuno dei servizi segreti

L'audizione del procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo è servita a capire che dietro lo scandalo dei dossieraggi ci sarebbe molto di più di quello che è emerso fino ad ora. Spunta adesso, infatti, un altro filone dell'inchiesta tenuto fino ad ora segreto. Nelle parole di Melillo ieri in Antimafia è passata la descrizione di un gigantesco "mercato di notizie riservate" che - si legge su Il Fatto Quotidiano - toccano l’economia e gli apparati statali. Gli accessi del finanziere Striano e i dossier riguardavano dati prelevati dall’Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza. Molti di questi - stando a quanto sta emergendo dalle indagini - sono stati effettuati con computer e credenziali del suo corpo di appartenenza. E quindi non dalla procura, dove lavora dal 2016. L’uomo delle Fiamme Gialle avrebbe ricevuto invece alcune delle informazioni attraverso documenti avuti da persone non identificate in un bar vicino alla procura.

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Del filone segreto della procura di Perugia - prosegue Il Fatto - potrebbe parlare oggi al Copasir il procuratore Raffaele Cantone. La sua convocazione sarà secretata. Il Comitato parlamentare, che ha il compito di controllare l’operato degli 007, potrebbe infatti voler vederci chiaro su un aspetto: se c’è stato, o quantomeno se esiste il sospetto, di un coinvolgimento di qualcuno dei servizi segreti. Circostanza finora mai emersa nè provata. I giornalisti indagati - secondo quanto ricostruito da Il Giornale - sarebbero otto. Oltre ai tre cronisti de Il Domani, infatti, ce ne sarebbero altri cinque ma non iscritti all'Albo. Sono accostati in concorso di reato con Striano in qualità di giornalisti richiedenti informazioni. Non è chiaro con quali testate abbiano collaborato, mentre secondo la procura online non c’è traccia della loro attività. Secondo la ricostruzione di Cantone a volte erano i giornalisti a chiedere informazioni al luogotenente, altre era il finanziere a effettuare accessi per suo conto e a fare girare le informazioni.

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