Emilia Romagna, poliambulatorio "abusivo": la Regione scarica il collettivo

Il collettivo Labàs apre il poliambulatorio nel Comune. A Bologna si può, basta essere di sinistra e una parte delle attività non avrebbe i permessi

di Antonio Amorosi
Cronache

Il poliambulatorio del gruppo politico dentro il Comune con attività che la Regione Emilia Romagna sostiene non siano autorizzate. La consigliera Castaldini: “C'è tutto un mondo non autorizzato?”. Il collettivo: “E’ macchina del fango”

 

L’assessore alla Sanità dell’Emilia Romagna Raffaele Donini risponde sul poliambulatorio del collettivo di sinistra Làbas dentro lo spazio del Comune di Bologna.


Dal sito del Laboratorio Salute Popolare

“La Regione non finanzia né ha alcun convenzionamento per servizi sanitari con la struttura in oggetto”. E ancora: “Mentre per quanto riguarda l’autorizzazione sanitaria la richiesta è di norma da presentare al Comune territorialmente competente secondo la Legge Regionale 22/19, che si avvale del parere dell’Azienda USL del territorio. In questo caso la struttura ‘Ambulatorio Odontoiatrico Popolare’ è stata autorizzata dal Comune di Bologna in data 15/02/2022 per l’attività funzione di ambulatorio odontoiatrico, disciplina odontoiatria, servizi legittimi che vengono svolti nella sede della struttura. La struttura sanitaria può inoltre inviare propri pazienti ad altre strutture sanitarie autorizzate con cui può intrattenere accordi di natura privatistica”.

Quindi “c'è tutto un mondo non autorizzato?”, si chiede la consigliera regionale Valentina Castaldini (FI). Perché il Laboratorio Salute Popolare scrive la consigliera "offre consulenze e prestazioni di primo soccorso per problemi di salute comune", e dice "forniamo visite mediche e assistenza infermieristica", così come c'è un “ambulatorio ginecologico”. Senza preconcetti torniamo sul sito del Laboratorio Salute Popolare e oltre l’ambulatorio odontoiatrico (che siamo sicuri abbia seguito tutti i crismi chiesti agli altri operatori di settore, metrature idonee, corridoi, uscite di sicurezza, eccetera) dice di erogare servizi con “Un ambulatorio medico infermieristico”, un centro per il “sostegno psicologico”, “Un ambulatorio ginecologico”, uno spazio per l’esecuzione di “tamponi antigenici”.

Le autorizzazioni per queste attività dove sono? E se per il laboratorio odontoiatrico viene indicato un responsabile medico per le altre prestazioni non c’è alcuna indicazione né, a quanto dice l’assessore regionale, autorizzazione.

C’è poi un Direttore sanitario per tutta la struttura? Chi è? Dove viene indicato?

Le norme non valgono se si è un collettivo di sinistra? Basta saperlo, così tutti gli operatori che sono martellati dao controlli si possono dichiarare collettivo di sinistra e hanno risolto il problema. Forse riescono anche a ricevere una sede pubblica in uno spazio del Comune di Bologna a prezzo calmierato. Non sarebbe male come soluzione, visto l’incessante pervasività della burocrazia italiana.

Il sistema sanitario regionale dovrebbe trattare tutti allo stesso modo ma avviene? Gli operatori sanitari di Bologna sono trattati allo stesso modo?

“Làbas prima di mettere alla gogna le persone con una comunicazione sicuramente efficace è bene che faccia pace con i servizi che eroga”, spiega la consigliera. Questo perché in seguito al caso sollevato il collettivo ha pubblicato sul proprio sito un comunicato stampa attaccando la consigliera: “Chi rappresenta Forza Italia nella nostra Regione ha dimostrato semplicemente ignoranza o malafede nell’attaccare la nostra realtà. Una macchina del fango”. Spiegano di aver aiutato un migliaio di persone gratuitamente e di non percepire denaro pubblico anche se lo meriterebbero.

Ma il tema non è questo. E’ che se provi a fare altrettanto e non sei Làbas vieni massacrato di controlli e sanzioni.

Infatti la consigliera rinnova il suo ragionamento: “E’ facile dire che si offra ascolto ma poi di fatto si pubblicizzano prestazioni mediche. Vengono tutti trattati allo stesso modo? Perché questo potrebbe essere abuso della professione medica”.

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