Eredità Ratzinger, i cinque parenti lontani. Un tesoro milionario da spartirsi

L'esecutore testamentario don Georg Genswein rischia di restare a bocca asciutta e anche il suo futuro è incerto: "Il mio ruolo? Il Papa non ha ancora deciso"

Cronache

Eredità Ratzinger, spuntano 5 familiari alla lontana della Baviera

Continua a far discutere nella Chiesa la morte di Ratzinger, il Papa emerito morto il 31 dicembre del 2022 lasciando un vuoto nell'ala più conservatrice della Santa Sede. La scelta, poi, di riservargli un funerale senza tutti gli onori del caso, ha indispettito ancora di più i "nemici" di Papa Francesco. Ora spunta un nuovo problema a quasi tre mesi dalla sua scomparsa ed è relativo alla sua eredità milionaria. Un delicato passaggio da gestire - si legge sul Messaggero - che è stato analizzato assieme a Papa Francesco e agli uffici giuridici del Vaticano. Visto che il pontefice defunto non aveva lasciato indicazioni specifiche sul denaro giacente sul conto corrente personale, in assenza di eredi diretti, è partita la caccia a rintracciare i parenti lontani rimasti.

L'esecutore testamentario delle ultime volontà del defunto Papa emerito, don Georg Ganswein - prosegue il Messaggero - sta finendo di mettere assieme tutti i tasselli per completare la missione ricevuta. Durante i recenti viaggi fatti in Baviera, sono spuntati dei parenti lontani fino a questo momento sconosciuti. Anche loro rientrano a tutti gli effetti nell'asse ereditario. La cifra da dividere non si conosce: si sa solo che non riguarda i proventi milionari relativi al copyright delle opere teologiche stampate: "Inizialmente pensavo fossero in vita solo due cugini e invece ci sono in tutto cinque parenti", ha detto l'ex segretario personale di Ratzinger. Che è tornato anche sulla delicata questione del suo futuro: "Non è ancora stata decisa la mia prossima destinazione. Con Papa Francesco abbiamo avuto un colloquio paterno, di circa venticinque, trenta minuti, l’ho messo al corrente delle pratiche testamentarie, ci vorranno ancora almeno tre settimane; su di me lui ha detto che c’è un po’ di tempo per riflettere".

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