Farmaci sperimentali senza consenso a malati di cancro: indagati sette medici

I fatti si sarebbero consumati ai danni di 13 pazienti malati di cancro ricoverati tra il 2017 e il 2018 per trarne profitto dalle aziende farmaceutiche

Di Redazione Cronache
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Reggio Calabria, farmaci sperimentali somministrati ai pazienti come "cavie": 7 indagati

Sette medici del reparto oncologico del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria finiscono nel mirino dei Carabinieri del Nas per aver sfruttato per oltre un anno alcuni pazienti oncologici (ignari della somministrazione) per "testare" alcuni farmaci sperimentali e non ancora autorizzati, così da trarne lustro professionale e profitto economico dalle aziende farmaceutiche. Per questo gli indagati - tra cui due dirigenti medici dell’unità di oncologia del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria - dovranno rispondere dei reati di somministrazione di farmaci guasti, falsità materiale e ideologica, abuso d’ufficio e truffa, insieme ad altre cinque persone destinatarie di una misura cautelare del divieto temporaneo di esercizio della professione medica per un anno.

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L'inchiesta è partita dopo la denuncia di un altro dirigente medico che aveva colto le irregolarità ed è stata condotta dai Nas di Reggio Reggio Calabria e del Nucleo AIFA da marzo 2021 a dicembre 2022 e ha portato all’acquisizione di 300 cartelle cliniche ma anche testimonianze e intercettazioni telefoniche e ambientali. I fatti si sarebbero consumati ai danni di 13 pazienti malati di cancro ricoverati nella struttura ospedaliera tra il 2017 e il 2018.

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Inoltre,  riporta Fanpage,  secondo l’accusa gli indagati attestavano nel Registro AIFA predisposto per i cosiddetti  “farmaci innovativi” dosaggi superiori del farmaco Nivolumab rispetto a quelli realmente somministrati e patologie differenti da quelle reali, al fine di ottenere a spese dell’Erario, quantitativi maggiori del farmaco che poi distribuivano a pazienti privi dei requisiti richiesti per la rimborsabilità del farmaco.

Peraltro, nel corso dell’indagine è venuta alla luce persino una presunta truffa di 5mila euro ai danni dell’azienda farmaceutica Pfizer che aveva finanziato un progetto per il sostegno psicologico ai malati oncologici che però non sarebbe mai stato realizzato.