Fedez, il ribaltamento dei valori con la malattia sui social

Cosa aggiungono le foto dal letto di ospedale per i follower? Nulla se non consolidare, anche nella terribile malattia, il loro incontrastato dominio social

di Simone Rosti
Fedez dopo l'operazione al pancreas (foto da IG Fedez)
Cronache
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Ribaltamento di valori, amicizie istantanee, proclami solenni, il tutto segue il tipico canovaccio al servizio della visibilità virtuale

A Fedez auguriamo ogni bene, così come lo auguriamo a chiunque deve fare i conti con una malattia terribile. Però, al di là degli intenti nobili, mi crea un leggero fastidio vederlo raccontare ai followers, calibrandone tempi e modi, prima l’annuncio della malattia poi il disvelamento della stessa. Una volta erano gli amici, quelli veri, con cui ci si confessava, non una massa indistinta di seguaci che tifa per te non per quello che dici o che fai ma solo perché sei tu.

Ribaltamento di valori, amicizie istantanee, proclami solenni, il tutto segue il tipico canovaccio al servizio della visibilità virtuale (ma dal tornaconto economico). La discrezione contro l’ostentazione, la sfera  privata e personale azzerata da quella pubblica, il silenzio contro il cinguettio, la condivisione autentica contro i like, tutto questo ci manca molto e forse di fronte alla malattia sarebbe cosa buona e giusta ripercorrere le vecchie strade.

Fedez e compagna d’altronde hanno creato il Truman show di loro stessi (e fin qui pazienza, lo hanno scelto e fatto molto bene) ma anche dei loro inconsapevoli figli che a breve capiranno quello che a cui sono stati sottoposti. Nulla di deplorevole, la famiglia “Ferragnez” è la famiglia perfetta (bella, ricca, politicamente corretta), tante persone - scusate followers - la seguono nelle loro gesta quotidiane e, a quanto pare, ne trovano stimoli.

(Segue...)

Bontà loro. Scusate, ma l’immagine di Fedez e consorte nello stesso letto d’ospedale mostrata sui loro totem di comunicazione non sappiamo cosa possa aggiungere al senso del tutto se non a consolidare, anche nella terribile malattia, il loro incontrastato dominio social. Auguriamo loro di vincere anche la sfida, fatta di carne, che hanno di fronte. Attenzione, non c’è nessuna malafede, Fedez e consorte sono genitori amorevoli (così come tanti che non appaiono da nessuna parte), semplicemente tutto questo circo, che non riguarda solo loro ma ci riguarda tutti, ogni giorno ci lascia sempre più spaesati.

E ha fatto bene il Foglio qualche giorno fa ricordarci la figura di Ludwing Wittgenstein che ha concepito i suoi capolavori al riparo e isolato da tutto e da tutti e che ancora oggi, a distanza di decenni, fanno parte di noi. Cosa resterà invece di tutta la panna montata dei social?

Temo nulla. Resteranno le idee, le scoperte, le opere d’arte, gli studi, invece scomparirà come sempre tutto il resto. E non si confondano i social per come ne abbiamo parlato qui con il loro ruolo insostituibile, ad esempio, nel raccontare gli scenari di guerra e come spazi per riflessioni che le televisioni generaliste hanno completamente dimenticato (di questo ne riparleremo a breve).

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