Ferragni-Balocco, le mail: "Le vendite servono a pagare il cachet esorbitante"

Nelle carte dell’Antitrust il dubbio che l’operazione fosse una mera operazione di marketing

Di Redazione Cronache
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Ferragni-Balocco, gli accordi per le donazioni e i fraintendimenti. Le mail agli atti dell'inchiesta

Emergono nuovi dettagli sul cosiddetto Balocco gate che ha travolto Chiara Ferragni. Dagli atti dell'inchiesta, infatti, risulta chiaramente che Balocco non avrebbe voluto inserire nel comunicato il riferimento alla donazione come - si legge su Quotidiano Nazionale - legata alle vendite del prodotto, anzi, in una mail interna il (omissis), scrive: "Mi verrebbe da rispondere (al team Ferragni): In realtà le vendite servono per pagare il vostro cachet esorbitante". La Gdf nella informativa che ha portato all’iscrizione della influencer e dell’ad di Balocco, ha valorizzato queste mail agli atti dell’Authority, nelle quali "si dà conto della definizione comune dei contenuti" da pubblicare.

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Due mesi dopo è, poi, stato siglato il contratto da cui emergerebbe la consapevolezza - si legge nel provvedimento del Garante – che la donazione, 50 mila euro, era avvenuta nel maggio precedente e - prosegue Quotidiano Nazionale - "non era legata alla vendita del prodotto" pubblicizzato via social dalla influencer per un cachet di 1 milione. Il pacchetto emergerebbe chiaramente dalla informativa dell’Authority, in particolare dagli scambi privati tra Balocco e il team Ferragni da cui appaiono chiare le intenzioni delle parti che, mail dopo mail, definiranno i contorni del reato ieri contestato ufficialmente, cioè quello di truffa aggravata dalla minorata difesa.