Francesco scommette sulla Comunità di Sant'Egidio: Zuppi pigliatutto
La strategia del Pontefice sembra essere quella di essersi creato un gruppo di pretoriani che hanno esautorato i canali ufficiali
Papa Francesco promuove il cardinale Zuppi a suo portavoce nel mondo. La comunità di Sant'Egidio? Un "ministero degli Esteri" per il Vaticano
C’è qualcosa di strano in Vaticano in questi tempi e non si tratta solo della tensione per la vicenda di Emanuela Orlandi.
Il cardinal monsignore capo della Cei, consigliere spirituale di Sant’Egidio, Matteo Zuppi, ha fatto fuori il Segretario di Stato ufficiale, il cardinale Pietro Parolin che è letteralmente scomparso dai radar con la guerra in Ucraina, ma non è che prima si notasse molto.
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Il Papa si fida solo di Zuppi che manda in giro per il mondo in sua vece. E il porporato romano, arcivescovo di Bologna, non se lo fa ripetere due volte e percorre indefesso l’intero globo terracqueo, come direbbe alcuna, nella mica tanto larvata speranza di diventare poi Papa. Desta infatti meraviglia che Zuppi sia andato ad incontrare il Presidente USA Joe Biden da solo al posto del Pontefice. A parte la mancanza del titolare di questo genere di missioni cioè Parolin, Zuppi non ha neppure convocato i vari nunzi apostolici in Usa ed ha voluto fare tutto da solo creando, dicono fonti vaticane, parecchi malumori nella terra dei cow boy.
Peraltro, quando Zuppi è andato a Mosca dove ha incontrato i vertici della Chiesa Ortodossa era accompagnato solo dal professor Adriano Roccucci che insegna Storia a Roma 3 ed è il Vicepresidente di Sant’Egidio. In Russia l’aspettava solo il locale arcivescovo moscovita, Monsignor Paolo Pezzi, mentre tutta la nunziatura apostolica era assente.
La strategia di Papa Francesco sembra essere quella di essersi creato un gruppo di pretoriani che hanno esautorato i canali ufficiali. L’elenco delle nunziature vacanti è lunghissimo ed in alcune assai importanti, come quella negli Usa, in Italia, Israele e in Siria ci sono presuli che hanno superato i 75 anni.
Tuttavia, come fa notare Dagospia, Zuppi significa Comunità di Sant’Egidio e come Putin ha appaltato alla Wagner varie missioni nel mondo così Papa Francesco ha appaltato la guerra ucraina a Sant’Egidio che però, e questo è il punto saliente, è in ottimi rapporti con la Cina che, parallelamente, si sta muovendo a livello diplomatico sulla guerra russo – ucraina. La cartina di tornasole di quanto detto sta nel fatto che Sant’Egidio, un vero ministero degli Esteri vaticano, è un fautore dell’accordo tra Cina e Oltretevere per la questione della nomina dei vescovi nel Celeste Impero. Altro fautore, guarda caso, è l’ordine dei Gesuiti di cui fa parte il Papa.
Il tutto a spese della comunità locale dei fedeli e dei vescovi cattolici cinesi che sono stati posti dal Vaticano stesso sotto il tallone della dittatura comunista.
Ma la politica di Sant’Egidio è stata sempre una politica terzomondista, frutto di un clima storico legato al Concilio Vaticano II, che ha impregnato da decenni tutto l’agire dei Papi sullo scenario internazionale. Il forte sospetto è che Sant’Egidio –guidato dal Presidente Andrea Riccardi- e la Cina si stiano muovendo di comune accordo con il Vaticano al seguito.
Tuttavia i repubblicani Usa, parte del Partito democratico americano e in genere l’Occidente teme molto questo tipo di politica perché non si fida –giustamente- del Dragone cinese, che ha sempre una fame insaziabile e rappresenta con Taiwan, la vecchia isola di Formosa, un formidabile problema geo – politico che potrebbe deflagrare insieme alla guerra russo - ucraina. Oltretutto la Cina, pur essendo stata la causa di diverse pandemie negli ultimi cento anni, dovute ai pericolosissimi mercati di carne infetta, non ha sborsato un solo dollaro per i danni immensi che ha procurato a causa del Covid.