Giulia, "I maschi disturbati non hanno mamme normali": bufera a Domenica In

Hanno fatto discutere le dichiarazioni dell'ex magistrata e deputata della Lega Simonetta Matone sul femminicidio di Giulia Cecchettin

Di Redazione Cronache
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Simonetta Matone a Domenica In
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Giulia Cecchettin, bufera sulla leghista Matone a Domenica In: "I maschi disturbati non hanno mai mamme normali"

Unisce ma divide anche il caso di Giulia Cecchettin, la ragazza di 22 anni uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta. Se, infatti, la politica si è dimostrata compatta nelle intenti a fronte dell’ennesimo femminicidio, nei salotti Tv è andata diversamente. In particolare hanno fatto discutere le dichiarazioni pronunciate ieri a “Domenica In” da Simonetta Matone, ex magistrata e deputata della Lega, nell’ampio spazio dedicato all’argomento.

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Io non ho mai incontrato soggetti gravemente maltrattati e gravemente disturbati che avessero però delle mamme normali. In tutti i casi di maltrattamenti gravissimi di cui mi sono occupata nella mia purtroppo lunghissima attività professionale il soggetto era il classico maschio italico, così lo definisco nella peggiore accezione, frutto e figlio di una madre italica” sostiene la deputata leghista.

“Cosa voglio dire. Che sono archetipi che si perpetrano attraverso l’educazione, l’esempio, il perdonargliele tutte, il pensare che quella ossessione sia amore. Io non voglio crocifiggere questa povera donna che sarà distrutta, però il problema è quello. Io non ho mai incontrato soggetti gravemente maltrattati e gravemente disturbati che avessero però delle mamme normali. Non le avevano. Vuol dire prendere le botte dal padre e non reagire, far vivere il figlio in un clima di terrore e violenza e fargli credere che tutto questo è normale, non ribellarsi mai, subire ricatti di tutti i generi e imporre questo modello familiare al proprio figlio che lo perpetrerà. Perché i maltrattamenti sono una catena di Sant’Antonio. Non è questo il caso, però anche qui nessuno ha intercettato i segnali”.

Immediata la reazione del pubblico, specialmente sui social, indignato per le parole dell’ex magistrata Matone. E tra le varie persone che hanno commentato con sdegno quanto pronunciato dalla leghista c'è anche Selvaggia Lucarelli: "Colpa nostra. Delle madri. Il padre picchiatore invece un modello".


 

 

Ma sull’episodio è intervenuta anche la commissione di Vigilanza Rai. "Davanti a femminicidi come quello di Giulia e alla conta senza fine delle vittime, si comprende come il nostro Paese e la nostra società abbiano bisogno di una vera e propria rivoluzione culturale. Servono strumenti di prevenzione al servizio dei giovani e di sostegno per gli adulti in difficoltà. È il momento di introdurre anche in Italia l'educazione affettiva e sessuale nelle scuole. Serve il supporto psicologico per gli studenti, di scuola superiore e universitari e per le loro famiglie. E la Rai ha il dovere di fare massima attenzione quando si affrontano questi temi, evitando di offrire messaggi sbagliati e scegliendo con cura ed equilibrio le persone chiamate a commentare. Il servizio pubblico dovrebbe inoltre programmare campagne comunicative sull'educazione affettiva. Anche questo è pluralismo" ha commentato la presidente Barbara Floridia.

“A Domenica In, ieri, un momento poco edificante di come la Tv pubblica decide di affrontare un tema drammatico con ospiti politici. Perché a discutere dell’assassinio di Giulia Cecchettin sono state invitate due esponenti di centrodestra come Rita Dalla Chiesa e Simonetta Matone?” hanno aggiunto i componenti del Pd della commissione. “Sulle parole dell’onorevole Matone poi, meglio stendere un velo, vista l’assurdità delle sue affermazioni con il richiamo a ‘madri normali’, colpevolizzando ancora una volta le donne e veicolando messaggi che perpetuano la cultura maschilista nella quale di riproduce la violenza. Sconcerta che per discutere di una questione sulla quale serve la massima unità, la Rai decida di far parlare solo una parte, fornendo ancora una volta un cattivo esempio di pluralismo”, concludono.

"È incredibile che a fronte dell'ennesimo brutale femminicidio, sul servizio pubblico non si sia stati in grado di affrontare il tema in maniera bilanciata, corretta e soprattutto veicolando i giusti messaggi. Già la scelta di ospitare a "Domenica In" solo esponenti di destra come Rita Dalla Chiesa e Simonetta Matone lascia di stucco. Ma sono i commenti di quest'ultima, che traccia una linea tra le madri "normali" e le altre a essere le più nocive, perché replicano una concezione tossica volta a gettare le responsabilità ancora una volta su una donna, replicando stereotipi che nulla hanno a che fare con il contrasto alla violenza di genere" concordano gli esponenti M5s.