Giulia, Filippo l'ha caricata in auto ancora viva. Due coltelli per ucciderla
L'arma spezzata a bordo del lago era pulita, si cerca un secondo pugnale, quello con cui le avrebbe inferto decine di coltellate tra collo e schiena
Omicidio Giulia: la torcia, il nastro adesivo e i due coltelli. Filippo e la premeditazione
Giulia Cecchettin, con ogni probabilità, era ancora viva quando Filippo Turetta l'ha caricata in macchina. Il killer solo successivamente le avrebbe inferto le decine di coltellate mortali. Solo l'autopsia chiarirà i dettagli del macabro omicidio ma intanto emergono nuovi elementi sulla possibile dinamica. Una delle ipotesi allo studio dei carabinieri di Venezia è che il giovane l’abbia caricata credendola morta e che lei a un certo punto si sia lamentata: solo allora Turetta - si legge su Il Corriere della Sera - potrebbe essersi fermato per colpirla numerose altre volte. Quello del coltello o dei coltelli è uno dei "gialli". A Fossò ne è stato trovato per terra uno con la lama spezzata, ma era pulito e quindi inizialmente era stato escluso che fosse stato usato per il delitto: anche perché dal video non si capisce quando potrebbe averlo compiuto. Se passasse però la tesi delle due fasi, si potrebbe ipotizzare la presenza di un secondo coltello e questo ovviamente riapre anche il discorso della premeditazione. Per ora non è contestata formalmente a Turetta — l’unica aggravante è quella della relazione sentimentale tra i due — ma potrebbe esserlo non appena saranno messi insieme tutti i pezzi della storia.
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Perché Filippo avrebbe infatti dovuto avere uno o addirittura due coltelli in auto? Le altre strane "coincidenze" riguardano - prosegue Il Corriere - un’ipotetica torcia e i sacchetti. Perché Giulia è stata trovata dai volontari della Protezione civile, grazie anche al fiuto del cane Jageer, in un luogo a una cinquantina di metri sotto il piano della strada, impervio, infilata sotto un grande masso in una sorta di grotta proprio perché non venisse vista. Impossibile che sia stata fatta rotolare fino a lì, tanto più che il corpo era anche coperto con due sacchetti neri delle immondizie, appoggiati sopra e non legati. Importantissima per la dinamica sarà l’analisi all’interno dell’auto, per vedere dove ci sono le macchie di sangue: se soltanto nel bagagliaio oppure anche nel sedile anteriore e in altre parti ancora. Ma solo Filippo, preso ieri mattina in Germania dopo una lunga fuga durata una settimana, potrà veramente raccontare che cosa è successo.