Juve e scritture private, Ronaldo vuole vedere gli atti della Procura

Il campione portoghese vuole leggere le carte della Procura in cui i dirigenti juventini parlavano di lui

Cristiano Ronaldo (Lapresse)
Cronache

Inchiesta Juve, Ronaldo vuole vedere le carte della Procura di Torino

L’asso portoghese Cristiano Ronaldo impegnato al Mondiale in Qatar, lo scorso 4 novembre ha presentato ai magistrati torinesi che indagano sui conti del club bianconero un’istanza per avere copia degli atti dell’inchiesta, “avendone interesse”. Lo scrive il Corriere della Sera, secondo il quale il campione vorrebbe dare un’occhiata alla mole di documenti acquisiti e sequestrati dai militari della Guardia di finanza, e alle telefonate (intercettate) dei dirigenti bianconeri, che più di una volta parlavano di lui.

Come succede al capo dell’ufficio legale del club, Cesare Gabasio, discutendo con il ds Federico Cherubini: «Non arriverei all’estremo (...) di fare una causa, perché poi quella carta lì che loro devono tirar fuori non è che ci aiuti tanto a noi (...) nel nostro bilancio». Si parla dell’ormai famosa «carta di Ronaldo» e delle sue buste paga arretrate, la cui esatta contabilità viene trovata dagli investigatori dentro al file «CR7 cartellina.xlsx». C’è l’indicazione del residuo degli emolumenti dovuti al giocatore per la «manovra stipendi 2019/2020» e quella del «2020/2021» per «complessivi 29.322.499,33 euro».

Sui 19,975 milioni netti. Sul punto, annotano il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e i pm Mario Bendoni e Ciro Santoriello: «È bene sottolineare che dalla consultazione nella relazione finanziaria al 30 giugno 2021 non è stata rinvenuta informazione in merito e, inoltre, dall’attività di ascolto svolta si è avuto conferma del perdurare di elementi di opacità della situazione».

La situazione pare complessa, pure leggendo la considerazione del direttore finanziario, Stefano Cerrato: «Ancora grazie che Ronaldo non ha fatto dei pizzini pericolosi». Dunque — sempre secondo gli inquirenti — la stella portoghese avanzerebbe non pochi stipendi arretrati, quelli che la Juve avrebbe pensato di condizionare alla permanenza dello stesso Ronaldo al Manchester United, club nel quale l’attaccante andò.

Inchiesta Juve, l'accusa di aggiotaggio 

Il titolo in Borsa era salito del 5,07 per cento: uno spiraglio di luce per la Juventus in piena pandemia. Ma a provocare il rialzo era stata la diffusione di un comunicato “falso”: è qui che si configura l’accusa di aggiotaggio, quella che spaventa di più i vertici del club che solo per questo reato rischiano fino a 12 anni di carcere. A ricostruire quel periodo è Repubblica.

L’oscillazione positiva arrivava grazie all’intesa raggiunta il 28 marzo 2020 con i calciatori che rinunciavano, formalmente, a quattro stipendi per l’emergenza Covid. Solo questo doveva essere detto ai mercati, nascondendo l’intesa di restituire tre rate. «Per questioni legislative di Borsa» il comunicato ufficiale doveva però uscire diverso rispetto alla reale intesa raggiunta con i calciatori, comunicava il 27 marzo, il capitano Giorgio Chiellini nella chat di squadra, in cui avvisava i compagni della «proposta finale» per «aiutare il club e tutti i dipendenti»: «Vi arriverà nei prossimi giorni un foglio che vale tutto e niente dove ci impegniamo a lasciare i restanti mesi di questa stagione», spiegando però che poi sarebbero stati contattati «agenti e avvocati» per firmare «nello stesso momento» rinunce e promesse di pagamento per l’anno dopo. E aggiungeva: «la Juventus farà un comunicato stampa dove dirà che rinunciamo a 4 mensilità per aiutare il club» vietando di parlarne alla stampa.

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