La 'ndrangheta fa affari pure sui minori. Maxi blitz nel vibonese, 61 fermi
Sventato un traffico ingente che investe la provincia di Vibo Valentia. Coinvolti colletti bianchi, esponenti politici e dirigenti medici
'Ndrangheta, maxi operazione dei carabinieri sventa cosche mafiose vibonesi: 61 arresti
Dalle prime ora di questa mattina è in corso il maxi blitz dei carabinieri nella provincia di Vibo Valentia e non solo, tutto il territorio nazionale è coinvolto nella rete dell’ennesimo traffico illecito targato ‘ndrangheta. La vasta operazione antimafia denominata “Maestrale-Carthago” è coordinata dalla direzione distrettuale Antimafia di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Gratteri e ha impegnato oltre 500 militari tra polizia, carabinieri e guardia di finanza, sia in Calabria che in altre città d’Italia .
Del resto la portata delle persone coinvolte è altrettanto corposa. Attualmente sono 61 gli arresti e 167 gli indagati - di cui 33 detenuti per altra causa - che hanno eseguito il decreto di fermo di indiziato di delitto emesso da Gratteri. Nella “lista nera” figurano anche numerosi professionisti, addirittura il sindaco di Briatico - nonchè x presidente della Provincia di Vibo Valentia, per una presunta truffa aggravata dal metodo mafioso. Tornano alla ribalta anche i “soliti noti” - boss già cautelati per il maxi procedimento Rinascita Scott - Luigi Mancuso e Giuseppe Antonio Accorinti.
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In particolare, tutte le persone indagate - al vaglio dal Gip - sono ritenute presunte responsabili, in concorso e a vario titolo, dei seguenti reati: associazione per delinquere di tipo mafioso, scambio elettorale politico mafioso, violazione della normativa sulle armi, traffico di stupefacenti, corruzione, estorsione, ricettazione, turbata libertà di incanti, illecita concorrenza con minaccia o violenza, trasferimento fraudolento di valori, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, favoreggiamento personale, procurata inosservanza della pena e falso ideologico. Le pesanti accusate sono ulteriormente aggravate poi dal “metodo mafioso”.
‘ndrangheta, colletti bianchi ed esponenti politici caduti nella rete mafiosa
L’attività condotta dai Carabinieri di Vibo Valentia e coordinata dalla Dda, ha consentito di “mappare”, attraverso un poderoso impianto accusatorio, la “geografia” della criminalità organizzata nei comuni di Mileto, Filandari, Zungri, Briatico e Cessaniti, tutti della provincia di Vibo Valentia. Le indagini hanno permesso di ricostruire ruoli, compiti e dinamiche dei capi, promotori, organizzatori e partecipi delle associazioni mafiose, evidenziando la loro forte vocazione economico-imprenditoriale e la capacità di intessere fluidi rapporti con “colletti bianchi”, esponenti politici e rappresentanti delle pubbliche amministrazioni.
In particolare è stata accertata la piena operatività sul territorio provinciale delle strutture di ‘ndrangheta della “Locale di Zungri” con le ‘ndrine di “Cessaniti” e “Briatico” e della “Locale di Mileto” con le ‘ndrine di “Paravati”, “Comparni”, “Calabrò” e “San Giovanni”, entrambe riconosciute dal “Crimine di Polsi” e soggette alle regole formali e sostanziali della ‘ndrangheta unitaria, con accertati collegamenti con le famiglie della piana di Gioia Tauro. Ma non finisce qui.
‘ndrangheta, le perizie compiacenti e il condizionamento dei dirigenti medici
Le attività investigative della maxi operazione hanno documentato come gli elementi della criminalità organizzata abbiano condizionato e indirizzato le scelte di alcuni dirigenti medici dell’Asp di Vibo Valentia, anche mediante accordi corruttivi, facendo valere il peso ‘contrattuale’ ed elettorale del sistema ‘ndranghetistico di appartenenza. In quest’ambito, si è inserita la collusione della Locale di Mileto e della famiglia Fiaré di San Gregorio d’Ippona, che si occupava della gestione del servizio di vettovagliamento per gli ospedali di Vibo Valentia, Serra San Bruno e Tropea.
È stato inoltre contestato ad un altro dirigente medico della già citata Azienda Ospedaliera il presunto rilascio di perizie compiacenti in favore di affiliati detenuti. Ad un terzo sanitario del Dipartimento di Veterinaria invece è stata contestata l’ipotesi di violenza privata -anch’essa aggravata dal metodo mafioso - per essersi rivolto ad un capo locale per dissuadere un collega dal presentare una denuncia nei suoi confronti.
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‘ndrangheta, il comune di Cessaniti nella bufera per aver lucrato sul sistema di accoglienza minori
C’è ancora un’ulteriore risvolto emerso nell’operazione ‘Maestrale-Carthago’ che investe il comune di Cessaniti per lucro sul sistema di accoglienza dei minori. Le presunte infiltrazioni accertate all’interno dell’amministrazione comunale di Cessaniti (Vibo Valentia), fa sapere il nucleo operativo, “riguardano un funzionario colpevole di ‘aggiustare’ la graduatoria di un concorso pubblico, per assumere un dirigente amministrativo ritenuto vicino alla locale di Zungri”. Nell’operazione inoltre è stata contestata un’ipotesi di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, aggravata dal metodo mafioso.
In particolare è stato accertato che esponenti della criminalità organizzata, colletti bianchi e pezzi della società civile avrebbero ideato un sistema collaudato, volto - attraverso la costituzione di società cooperative di comodo - all’emissione di fatture per operazioni inesistenti, lucrando sul sistema dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, nei comuni di Joppolo, Mileto e Filadelfia. In questo modo è stato orchestrato un “tranello” ai danni del Comune di Vibo Valentia (quale ente capofila per tutta la provincia), che autorizzava la liquidazione delle spese. Ciò ha procurato un danno per l’erario stimato in oltre 400mila euro, con denaro proveniente dal fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo - costituito anche da fondi europei - , gestito dal Ministero dell’Interno e previsto nella legge finanziaria dello Stato.