Ladro ucciso a Milano, Iezzi: "Caso particolare, ma Lega coerente sulla legittima difesa"

Il deputato leghista Igor Iezzi: "Ladro ucciso a Milano, il commerciante non era in pericolo di vita. La nazionalità? Non c'entra". L'intervista

di Roberto Sudoso
Cronache

Ladro ucciso a Milano, Iezzi: "Caso particolare, ma Lega coerente sulla legittima difesa"

Ucciso a Milano a colpi di forbici Eros Di Ronza, 37enne milanese con precedenti penali, subito dopo una rapina ad un bar. Il proprietario, 32enne di origini cinesi, l’avrebbe raggiunto e colpito fatalmente. “Non mi sembra una situazione analoga ad altre. In altri casi abbiamo sentito di situazioni in cui il commerciante pensava di perdere la vita di fronte ad un’aggressione”. Così il deputato della Lega Igor Iezzi, interpellato da Affaritaliani.it. Il problema generale non è nella nazionalità dell’aggressore e dell’aggredito, ma capire la dinamica dei fatti. “A questo ci penseranno i magistrati”. E per quanto riguarda il tema della legittima difesa, “se uno teme di essere in pericolo di vita e si difende, la sua difesa è sempre legittima”.

Iezzi: "Milano, il commerciante non era in pericolo di vita"

“Non mi sembra una situazione analoga ad altre”, esordisce il deputato Iezzi. “In altri casi abbiamo sentito di situazioni in cui il commerciante pensava di perdere la vita di fronte ad un’aggressione”. In questo caso, secondo il leghista, dalle ricostruzioni non sembrano esserci questi presupposti. “Detto questo io parto dalla premessa che se il ladro non avesse tentato di rubare, oggi staremmo parlando di altro”, ha aggiunto. “È una situazione dai contorni ancora non definiti perché qui si parla di un negoziante che ha inseguito fuori dal proprio negozio un ladro con delle forbici in mano”. L’ambiguità della situazione porta il caso a non avere ancora una soluzione precisa.

Iezzi: “La nazionalità del barista e del ladro non c'entrano”

Iezzi tende a frenare rispetto alle ricostruzioni che parlano in maniera troppo affrettata di legittima difesa. “Non so ancora se si debba parlare di legittima difesa. Io ho l’abitudine di non fidarmi mai troppo alle ricostruzioni giornalistiche che il più delle volte non corrispondono alla realtà”, ha affermato. Il deputato evita anche di generalizzare sulle nazionalità dell’aggressore e dell’aggredito. “Questa situazione mi sembra diversa da tante altre che abbiamo vissuto. Il discorso che questa volta il rapinatore è un italiano e l’aggredito è un immigrato non va fatto”. Il problema esula quindi dalla nazionalità. “Il problema è capire la dinamica del fatto”. E di questo si occuperanno i magistrati. “Noi ai tempi abbiamo combattuto per fare una legge che non creasse al magistrato problemi di interpretazione e che quindi la difesa è sempre legittima”, aggiunge. Necessario quindi capire le singole dinamiche.

Iezzi: “Sulla legittima difesa nessuna incoerenza della Lega”

“Se il ladro non fosse andato lì col tentativo di rubare, adesso parleremmo di altro”, ribadisce Iezzi. E sulle accuse di incoerenza della Lega di fare due pesi e due misure rispetto ad esempio al caso della proprietaria dello stabilimento balneare in Versilia, Cinzia Dal Pino, accusata di aver ucciso il suo rapinatore investendolo, il deputato non è d’accordo. “Nessuna incoerenza”. “Poi - aggiunge - la dinamica dei fatti, a Viareggio come a Milano, la valuta la magistratura per vedere se c’è una legittima difesa”.

Primo: non rubare

Secondo il leghista è importante che passi il giusto messaggio, cioè che nessuno debba rubare. “Che siano due Gratta & Vinci, che sia lo stipendio di un mese o che sia la pensione di 500 euro di una pensionata. Qualsiasi sia l’entità della cifra, non bisogna farlo”. E cita proprio la legge portata avanti dalla Lega. “Se uno teme di essere in pericolo di vita e si difende, la sua difesa è legittima”. Sulle similitudini con il caso in Versilia, Iezzi torna a spiegare: “Nel caso di Viareggio, nessuno della Lega ha mai detto che la signora non avrebbe dovuto essere punita per quello che ha fatto, però si cercano di capire le dinamiche dell’episodio. Se la signora non fosse stata derubata, oggi probabilmente non si sarebbe rovinata la vita facendo quello che ha fatto”, conclude Iezzi.

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