Mara Favro, chi è il pizzaiolo indagato: la sua scomparsa e il precedente
L'ex collega della donna si è allontanato dalla Val di Susa. E nel suo passato emerge un precedente inquietante
Mara Favro, chi è il pizzaiolo indagato: la sua scomparsa e il precedente
Sono ore cruciali per il caso di Mara Favro, la 51enne scomparsa la sera del 7 marzo da Chiomonte, in Val di Susa. Oggi, infatti, sarà conferito in Procura l'incarico ai carabinieri di esaminare l'interno della Punto rossa sulla quale la donna sarebbe salita la notte della scomparsa, lasciando il ristorante-pizzeria nel quale lavorava, per poi ritornarci, perché si era dimenticata le chiavi di casa. Con l’accertamento tecnico irripetibile - che ha le garanzie dell’incidente probatorio - i carabinieri della Sezione investigazioni scientifiche cercheranno tracce biologiche della donna scomparsa e dei due indagati, per tentare di ricostruire così esattamente accadde quella notte.
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La parte offesa nominerà come proprio consulente il criminologo Fabrizio Pace, presidente della sezione piemontese di “Penelope”, l’associazione che si occupa di persone scomparse. Il Procuratore aggiunto Cesare Parodi ha notificato nei giorni scorsi l'avviso per “accertamenti tecnici irripetibili”. Gli indagati sono due: il gestore del ristorante “Don Ciccio” Vincenzo Milione, 45anni, e l’allora pizzaiolo Cosimo Esposito, 36 anni e originario di Manfredonia. Mentre emergono dettagli sempre più inquietanti sulla storia del titolare della pizzeria, dal collegamento con la “mala” albanese ai precedenti per sfruttamento di prostituzione, un alone di mistero avvolge ancora l’ex collega di Mara, che si è dileguato dopo la notifica dell’avviso allontanandosi dalla Val di Susa.
Proprio Cosimo è stato indicato come la persona con cui si è allontanata Mara Favro la notte della scomparsa, anche se lui, alla trasmissione “Pomeriggio 5” ha smentito di aver riaccompagnato a casa la donna: “Non ho accompagnato nessuno perché la signora Mara è venuta a lavorare con la sua macchina. Finito il turno dovevo andare anche io a Susa e lei mi ha dato un passaggio. Poiché la sua macchina non andava bene mi ha lasciato prima del semaforo di Susa. Lì aveva un appuntamento con una persona, ma non so chi", spiega il collega. “E’ stata riaccompagnata in pizzeria da un camionista diretto in Francia. Aveva fatto l'autostop e al ritorno sarebbe ritornata a casa a piedi".
L'auto su cui verranno effettuati i rilievi, però, intestata ad un cittadino sudamericano e sottoposta a fermo perché senza assicurazione, era stata prestata proprio al pizzaiolo Cosimo. “È preoccupato – racconta chi lo conosce – perché, anche se con la scomparsa di Mara lui non c’entra niente, teme di finire nei pasticci per quella macchina. Non è sua, ma della compagna, che da Don Ciccio aveva fatto la cameriera tempo fa. La donna aveva imprestato la macchina a Cosimo il pizzaiolo perché lui gliela aveva chiesta. Di quella macchina lei non se ne faceva più nulla. Era senza assicurazione, voleva venderla. E a Cosimo serviva. Ma Cosimo mica aveva detto che è senza patente. Credo che non lo abbia mai rivelato a nessuno”.Quindi, chi ha guidato la Punto rossa la notte in cui Mara è sparita? E Mara, a bordo, ci è salita viva o morta? Sulla notte del mistero le versioni di Milione ed Esposito non sono concordanti. Ci sono punti oscuri. Contraddizioni. Qualcuno potrebbe avere omesso la verità.
Anche Cosimo Esposito, del resto, non sembra aver raccontato proprio tutto. Come, per esempio, l’arresto subito nel 2013 per lesioni aggravate: l’allora 26enne aveva infatti aggredito un coetaneo sul suo luogo di lavoro con una spranga di ferro. Una “spedizione punitiva”, riportano i quotidiani locali di allora, per futili motivi. Fatto che lo stesso aveva ammesso davanti al giudice, che aveva disposto i domiciliari.