Matteo Messina Denaro e l'errore della colazione al bar. "Così l'ho catturato"

Parla Arcidiacono, il capo delle operazioni: "Si stava dirigendo verso il baretto ma la stradina era bloccata dai miei uomini. Niente manette, non servivano"

Cronache

Matteo Messina Denaro arrestato, il colonnello Arcidiacono: "Le manette? Non servivano"

Matteo Messina Denaro è stato preso dopo 30 anni di latitanza. Il boss della mafia si fingeva Andrea Bonafede ed è stato incastrato dai Ros. Come il capitano Ultimo con Totò Riina anche lui ha guidato una squadra di «cacciatori» alla ricerca del superlatitante Matteo Messina Denaro. Ma, a differenza di «Ultimo», a missione compiuta - si legge sul Corriere della Sera - preferisce non indossare il «mefisto» o sciarponi per nascondere la propria identità. Tutt’altro. Il colonnello Lucio Arcidiacono ci mette la faccia e non ha alcun timore a svelare la sua identità. "Sono il comandante di un reparto operativo che ha degli obblighi e ritengo di dover operare in questo modo — replica secco a chi glielo fa notare —, in passato ho più volte testimoniato in vari processi. Non ho nulla da nascondere».

"Tutto è cominciato — racconta Arcidiacono e lo riporta il Corriere — intorno alle 6.30. Sapevamo che Bonafede sarebbe andato alla clinica, ma non avevamo la certezza di chi si celava dietro quel nome. È arrivato a bordo di una Fiat Bravo bianca e si è subito diretto all’accettazione». La cattura però avviene successivamente, fuori dal perimetro della clinica Maddalena. Il sedicente Bonafede «esce su una stradina laterale intorno alle 8.20, probabilmente diretto in un baretto per fare colazione». Nessuna fuga o resistenza. «Appena ha visto che c’era confusione e il traffico bloccato è solo tornato indietro sulla stessa stradina, ma anche dall’altra parte c’erano i miei uomini» Allo spietato criminale sono state risparmiate le manette. «Ci sono delle regole e vanno rispettate — dice Arcidiacono —. Altrimenti non facciamo il nostro lavoro. Lui ci ha pure ringraziati per come lo abbiamo trattato e forse si è reso conto anche del gran lavoro fatto per catturarlo».

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