Messina Denaro e l'orologio da 35mila €. "Ama il lusso e non lo nasconde"

La stima dei soldi incassati dopo una vita di traffici di droga ed estorsioni è impressionante: 4 mld. Nel 2018 gli sequestrarono 232 proprietà immobiliari

Matteo Messina Denaro
Cronache

Messina Denaro e l'azienda di polli in Venezuela. Patrimonio di 4 mld

Matteo Messina Denaro, con il suo arresto la mafia subisce un durissimo colpo. L'ultimo stragista, a differenza di Totò Riina e Bernardo Provenzano, non rinunciava alla bella vita e agli investimenti nel lusso il suo patrimonio personale secondo le prime stime potrebbe aggirarsi addirittura - si legge sul Messaggero - sui 4 miliardi di euro. Una stima, per difetto, dei guadagni di una vita di traffici di droga, estorsioni, riciclaggio nei settori più disparati si può azzardare sulla base di quel che lo Stato, negli anni, è riuscito a sottrarre al padrino di Castelvetrano e ai suoi prestanome. L'abbigliamento firmato, l'orologio da 35 mila euro al polso, i soldi in tasca. Al momento dell'arresto il boss Matteo Messina Denaro non si nascondeva di certo dietro una vita umile. Il lusso era ostentato da ciò che indossava. Lo ha confermato anche il Procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido che ha coordinato le indagini.

"Era ben vestito, indossava capi decisamente di lusso, possiamo desumere da questo che le sue condizioni economiche erano tutt'altro che difficili", ha detto durante la conferenza stampa. "Al momento sono stati sequestrati 1.300 euro", ha aggiunto. Spiccioli rispetto al tesoro del boss, difficile da quantificare. Solo nel 2018 il tribunale di Trapani gli sequestrò beni per 1,5 miliardi, una delle misure patrimoniali più ingenti mai eseguite, disse la Dia. I sigilli vennero messi a resort, una barca di 21 metri, un campo da golf, terreni, 232 proprietà immobiliari e 25 società. I tentacoli di Messina Denaro sarebbero arrivati anche in Venezuela. Un pentito «minore», Franco Safina, raccontò che Messina Denaro aveva un tesoro in Venezuela creato investendo 5 milioni di dollari in un'azienda di pollame. Per gli inquirenti un evidente escamotage per riciclare i proventi del traffico di stupefacenti.

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