Migranti, Metsola: "Serve l'accordo prima del voto". Anche la Cei alza la voce

La Cei fa sentire la sua voce contro il decreto legge per la gestione dei flussi migratori presso le Commissioni parlamentari Affari costituzionali e trasporti

Cronache

Migranti, Roberta Metsola: "Serve l'accordo prima del voto". La Cei alza la voce attraverso Monsignor Perego

La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola vuole accelerare i tempi: "L'urgenza di fare progressi su tutto il dossier migrazioni sta diventando molto concreta". Il commissario al suo arrivo all'Ecofin: "dobbiamo rafforzare la competitività su scala europea razionalizzando le nostre regole sugli aiuti di Stato". 

Migranti, la Cei critica la stretta sulle ong: 'decreto costruito sul nulla'

In merito alla vicenda la Cei fa sentire la sua voce contro il decreto legge relativo alla gestione dei flussi migratori al momento presso le Commissioni parlamentari Affari costituzionali e trasporti e, attraverso un intervento di Monsignor Gian Carlo Perego, Presidente della Fondazione Migrantes: "la richiesta al comandante di avviare la procedura di domanda di protezione internazionale. L’impossibilità di azioni diverse di salvataggio nel tragitto per raggiungere il porto più vicino e più sicuro. La difficoltà di sbarco, comunque, delle persone salvate in mare in una situazione emergenziale".


Monsignor Perego continua: "Se si volesse combattere il traffico degli esseri umani si doveva portare l’attenzione sul rinnovo del memorandum con la Libia piuttosto che sull’azione delle Ong come hanno documentato tutti i rapporti Unhcr degli ultimi anni. Come pure il decreto non fa riferimento ai veri problemi che richiamano gli arrivi dal Mediterraneo: una attenzione all’accoglienza sull’isola di Lampedusa, con il rafforzamento delle forme di tutela sanitaria dei migranti sbarcati, l’identificazione e all’accesso al centro, il sovraffollamento del centro che genera insicurezza anzitutto dei migranti, le misure nuove per decongestionare il centro, gli arrivi autonomi dei barchini e la loro gestione, che corrispondono al 50% di tutti gli arrivi. Non una parola di nuovi accordi con i Paesi di partenza dei migranti. Non una parola sulla situazione di questi Paesi di partenza. Nessun riferimento all’Europa e, in particolare, ad accordi con i diversi paesi per l’accoglienza dei migranti richiedenti asilo e all’ampliamento di esperienze altre di ingressi regolari, come i corridoi umanitari, purché non siano limitativi e selettivi degli ingressi".


"Nessun riferimento, poi, il decreto ha ai flussi via terra, che hanno gli stessi numeri e ai problemi connessi sulla tutela e la protezione dei migranti. Al fine di affrontare i problemi delle migrazioni dal Mediterraneo e della tutela dei richiedenti asilo il decreto non ha nessun valore aggiunto, anzi peggiora la situazione in ordine all’obbligo del salvataggio in mare dei migranti, alla loro tutela e protezione, generando insicurezza dei migranti in pericolo. Inoltre, il decreto indebolisce di fatto il principio costituzionale della sussidiarietà. L’articolo 118 applicato alla specifica situazione dell’azione delle navi della società civile dovrebbe vedere lo Stato favorire e non indebolire l’impegno a realizzare questo obbligo di salvataggio e di tutela dei migranti", conclude Monsignor Perego.

Tags:
ceimetsolamigrantivoto