Morte Lilly, vietata la cremazione del corpo. L'autopsia non ha convinto
Tutte le piste restano valide, ma la Tac e l'esame tossicologico potrebbero non bastare per risolvere il giallo sul decesso della 63enne di Trieste
Morte Lilly, il giallo dell'avvistamento otto giorni dopo la scomparsa
La morte di Liliana Resinovich resta un mistero, nonostante i tanti esami condotti sul corpo della vittima, ritrovato in un bosco di Trieste ma non in stato di decomposizione, la Procura ha deciso di vederci ancora più chiaro. La novità di giornata - si legge sul Piccolo - arriva dalla decisione degli inquirenti. Nonostante infatti la salma sia già stata sottoposta ad autopsia e siano in corso ulteriori esami, come la Tac e il tossicologico, per la scientifica evidentemente tutto questo non basta, ed è stata vietata la cremazione fino a nuovo ordine.
Gli inquirenti - prosegue il Piccolo - ritengono quindi di poter risalire a quanto accaduto alla donna 63enne analizzando con maggiore accuratezza dettagli del suo corpo. Sono troppe le cose che non tornano in questa vicenda, dalla posizione del marito a quella dell'amico segreto con cui Lilly aveva in programma di trascorrere un weekend. Fino a quei sacchetti trovati attorno al suo collo, ma senza nessun segno di violenza. Poi ci sono le testimonianze, perchè otto giorni dopo la scomparsa, mentre la polizia la cercava ovunque, lei passeggiava tranquillamente senza mascherina o camuffamento di qualsiasi tipo. Tutte domande ancora senza una risposta.
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