Napoli, il mega murale di Maradona sacrificato. "Diego lo avrebbe apprezzato"

Quel quartiere viene chiamato il "Bronx" e per riqualificare la zona anche il palazzo meta di pellegrinaggi va abbattuto

Di Redazione Cronache
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Napoli, addio ad uno dei simboli della città. Ma è per una buona causa

Uno dei simboli della città di Napoli è diventato il quartiere di San Giovanni a Teduccio, periferia orientale della città. Il motivo è solo uno, su uno dei palazzi degradati della zona - si legge su Il Corriere della Sera - giganteggia il murale di Maradona. Ma presto quella gigantografia dipinta del Pibe de Oro sparirà. "Ovviamente mi dispiace, ma non dimentichiamo che l’opera serviva proprio ad accendere i riflettori sul Bronx, e a dare voce alle persone che ci vivono". Il "Bronx" di cui parla lo street artist italo-olandese Jorit Agoch, al secolo Ciro Cerullo, è un’area di Napoli da troppo tempo abbandonata a se stessa. Così soprannominata per via del disagio sociale che si mescola alla criminalità, dove nel 2017 su una palazzina di via Taverna del Ferro ha realizzato il più grande murale al mondo di Diego Armando Maradona, alto 40 metri, accompagnato dalla scritta "Dios umano".

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La cosa fondamentale, conclude lo street artist autore dell'opera, "è il grande risultato, per nulla scontato, che finalmente verranno date delle case migliori alle persone che vivono nel “Bronx”. E sono sicuro che Diego sarebbe felice di questo. È una sorta di ennesimo miracolo che Diego ha compiuto". L’opera che ritrae Maradona - prosegue Il Corriere - fu completata grazie ai fondi avuti dall’allora capitano del Napoli Marek Hamsik e dal contributo di associazioni del territorio. Un anno dopo aver finito l'opera di Maradona, sulla facciata della palazzina accanto, lo stesso artista ha dipinto il volto di un bambino autistico del quartiere, Niccolò, ritratto con gli occhi bassi e lo sguardo sfuggente, e la scritta "Essere umani". E sull’altro lato dei due palazzoni gemelli è spuntato invece un ritratto di Ernesto Che Guevara.