Ndrangheta, nella lista dei 30 super latitanti. Ma per i giudici non è mafioso

L'accusa lo riteneva il "capo dei capi". Rocco Barbaro detto "u Sparitu" è stato scagionato. Non è lui il vertice delle cosche calabresi per i magistrati

Cronache
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Ndrangheta, da "capo dei capi" a uomo libero. Il processo

Clamorosa svolta al processo per 'nrangheta, uno dei 30 latitanti più ricercati al mondo per i giudici non solo non è pericoloso ma neppure un mafioso. Il soprannome ‘u Sparitu, condiviso con il fratello Giuseppe nelle latitanze degli anni Novanta, non promette niente di buono. Ma non c’è da dubitare - si legge sul Corriere della Sera - che Rocco Barbaro, 56 anni, dopo la scarcerazione rispetti alla lettera le prescrizioni della sorveglianza speciale. Poca cosa per uno che ha evitato anni di carcere. Barbaro, che per la procura era «il capo dei capi», è un uomo libero, nonostante sia considerato, dagli investigatori e dalla letteratura sul tema mafioso, il più importante esponente del ramo «Castanu» della cosca di Platì (Reggio Calabria).

Dopo la cattura - prosegue il Corriere -, in seguito ad un anno di latitanza, in primo grado aveva preso 16 anni, in appello la pena è scesa a 13, in Cassazione l’accusa di mafia cade e resta l’intestazione fittizia. L’appello bis va nello stesso solco. Barbaro sconta i pochi anni di condanna ed è libero. Per definirlo boss mafioso, secondo i giudici, serve l’attuale e operativo inserimento nella cosca al Nord. Nel maxi processo «Infinito» del 2010, preso forse troppo ad unico fondamento della presenza della ‘ndrangheta in Lombardia, non si parla mai di Rocco Barbaro.

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