Oliviero Toscani: "La mia malattia è incurabile, ho perso 40 kg in un anno. Forse chiamo Cappato..."
Il fotografo allo scoperto: "Ho preso l’amiloidosi, le proteine si depositano su certi punti vitali e bloccano il corpo. E si muore. Non c’è cura"
Oliviero Toscani
Oliviero Toscani choc: "Ho l'amiloidosi e non c'è nessuna cura. Vivere così non ha senso"
Oliviero Toscani ha una malattia incurabile e in un solo anno ha perso 40 chili. Il noto fotografo, celebre soprattutto per le sue campagne con Benetton (ma non solo), ha deciso di uscire allo scoperto e raccontare tutto: "L’amiloidosi è incurabile e vivere così non mi interessa. Potrei chiamare il mio amico Marco Cappato...". Il riferimento è al radicale e attivista che si batte per l'eutanasia. "Sto vivendo un’altra vita. Vengo da una generazione, quella di Bob Dylan, dove - racconta Toscani a Il Corriere della Sera - eravamo forever young, il pensiero di invecchiare proprio non c’era. Fino al giorno prima di essere così, lavoravo come se avessi 30 anni. Poi una mattina mi sono svegliato e all’improvviso ne avevo 80. Tutto è accaduto circa un anno fa. Alla fine di giugno mi sono svegliato con le gambe gonfie, ero in Val d’Orcia. Ho cominciato a fare fatica a camminare. All’ospedale mi hanno diagnosticato un problema al cuore. A fine agosto sono andato a Pisa al Santa Chiara e da lì al Cisanello, dove avevamo deciso la data dell’operazione al cuore, intorno al 20 settembre".
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"È venuto a trovarmi - prosegue Toscani a Il Corriere - il mio amico Francesco Merlo con suo cugino, cardiologo al Giovanni XXIII di Bergamo: un medico incredibile. Mi ha fatto andare su da loro per altri esami e hanno subito chiamato il dottor Michele Emdin a Pisa, specializzato nella malattia che pensavano avessi: l’amiloidosi. In pratica le proteine si depositano su certi punti vitali e bloccano il corpo. E si muore. Non c’è cura. Sto facendo una cura sperimentale, faccio da cavia. A ottobre ho anche preso una polmonite virale e il Covid, mi hanno tirato per i capelli. Penso di essere stato anche morto, per qualche minuto: ricordo una cosa astratta di colori un po' psichedelici. Quando sto male e ho la febbre riesco a immaginare cose fantastiche... In un anno ho perso 40 chili. Neppure il vino riesco più a bere: il sapore è alterato dai medicinali".
Toscani poi torna sull'eutanasia: "Vivere così non mi interessa. Bisogna che chiami il mio amico Cappato, lo conosco da quando era un ragazzo. Ogni tanto mi vien voglia. Gliel’ho detto già una volta e lui mi ha chiesto se sono scemo. Non voglio un funerale. Mi portino a bruciare e via. Sono sempre stato laico, neppure i miei figli ho battezzato. Vivere vuol dire anche morire, eppure nessuno parla della morte. Si vive come imbrogliandosi, perdendo tempo. Al Museum für Gestaltung di Zurigo c’è una mia mostra. Non sono ancora andato. Magari ci vado. E poi proseguo il viaggio con Cappato. Farebbe molto ridere".