Omicidio Matteotti, la prova a 100 anni dalla morte. La lettera a Mussolini

La scrisse il killer al Duce, rappresenta la conferma che fu ucciso dai fascisti. Esposta per la prima volta in una mostra a Palazzo Braschi a Roma

Di Redazione Cronache
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Omicidio Matteotti, la lettera che svela tutto. La prova che incastrò i fascisti

Il dettaglio chiave di uno dei fatti storici più importanti della storia dell'Italia, sta per essere mostrato. Si tratta di un documento inedito e di una testimonianza incredibile. Per la prima volta, a cent'anni dal suo omicidio per mano della milizia fascista il 10 giugno 1924, viene esposta a Roma a Palazzo Braschi la lettera scritta dal carcere a Benito Mussolini da Amerigo Dumini, capo della squadra fascista che uccise il parlamentare socialista, il cui corpo fu ritrovato solo il 16 agosto 1924. La mostra si apre oggi e andrà avanti fino al 16 giugno 2024. "La mostra per la prima volta fornisce documenti istruttori raccolti da Mauro Del Giudice e Guglielmo Tancredi, due magistrati serissimi, che risolvono in maniera chiara il vecchio dilemma se Mussolini sapesse o meno dell'omicidio".

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A dirlo durante l'incontro con la stampa è il professor Canali, grande biografo di Matteotti, che a maggio manderà di nuovo in stampa il suo libro sul leader del Psu ucciso un secolo fa rivelando documenti inediti sul "pilotaggio" del ritrovamento del cadavere circa due mesi dopo l'assassinio. "Ci sono - spiega Canali - lettere scritte dal killer a Mussolini, in cui diceva al Duce che aveva eseguito i suoi ordini e gli chiedeva di tirarlo fuori di galera". Fu condannato a cinque anni, undici mesi e venti giorni, di cui quattro condonati in seguito all'amnistia generale del 1926.

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