Omicidio Varese, "Un fatto impensabile. Paitoni? Nessun segnale d'allarme"
Daniela Borgonovo, procuratrice: "Non c'è nulla che non abbia funzionato da un punto di vista processuale". Nonostante le denunce di moglie e collega
Omicidio Varese, "Afflittivo non far vedere il figlio al padre"
Davide Paitoni, 40 anni, la sera del primo gennaio a Varese ha ucciso il figlio Daniele di 7 anni con una coltellata alla gola, nascondendo il corpo nell'armadio e poi ha tentato di uccidere la moglie. Nonostante questi fatti accertati per la procuratrice Daniela Borgonovo nessun errore è stato commesso. "Non c’è nulla che non abbia funzionato dal punto di vista processuale. Sono circolate in proposito molte false notizie e sono state espresse considerazioni prive di ogni logica, anche da qualche tecnico che non ne aveva titolo. Nel contesto di una separazione conflittuale, Paitoni, che era privo di precedenti e che mai aveva usato in famiglia la minima violenza, è stato denunciato nella primavera scorsa dalla moglie e dal suocero, relativamente a fatti di percosse reciproche, produttive di lievi lesioni".
"Ove la sua responsabilità fosse definitivamente accertata, - prosegue la procuratrice di Varese al Corriere - dovrebbe prendersi atto, con rammarico ma con realismo e con logica, che è accaduto un fatto impensabile, del quale non c’era stata la minima e specifica avvisaglia. In seguito è stato rappresentato che i familiari più stretti vivevano altrove e che sarebbe stato inutilmente afflittivo inibire all’uomo di vedere il figlio. Il giudice, accogliendo l’istanza, ha rimosso il divieto. Da quel momento, e senza il minimo segnale di allarme, il padre ha continuato a vedere regolarmente il bimbo in casa propria, secondo gli accordi presi con la mediazione dei legali. Da ultimo nei giorni di Natale, prima del tragico e stupefacente episodio di Capodanno".
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