Padre Spadaro silurato, gioisce il Vaticano. Il triste futuro del gesuita

Che cosa abbia combinato Padre Spadaro non possiamo saperlo, ma sicuramente avrà fatto infuriare Papa Bergoglio che lo ha sistemato a puntino

Di Giuseppe Vatinno
PADRE ANTONIO SPADARO
Cronache

Silurato il direttore di Civiltà Cattolica, gioisce il Vaticano

Finalmente ce lo siamo tolti di torno, devono aver pensato a “la Civiltà Cattolica” giornalisti, tipografi, famigli, e perfino il barista dietro l’angolo. Il primo ad annunciare la “liberazione” era stato padre Francesco Occhetta che utilizzando “Xitter” aveva lanciato un irrituale grido di giubilo: “Countdown alla direzione della Civiltà Cattolica, la rivista più autorevole e longeva dei Gesuiti. Auguri!”.

Qualche giorno fa è arrivato l’atteso annuncio ufficiale, perché quando ci sono i gesuiti di mezzo può capitare di tutto: “Il Preposito generale padre Arturo Sosa Abascal (meglio conosciuto come il “Papa Nero”, ndr) ha nominato padre Nuno da Silva Goncalves come nuovo direttore. Dal primo ottobre prenderà il posto di padre Antonio Spadaro che ha guidato la rivista internazionale dei gesuiti per 12 anni (dal 2011) e che è da 25 anni nel Collegio degli Scrittori”.

Tra l’altro il portoghese Goncalves è il primo direttore non italiano. Amico intimo di Bergoglio, ha alle spalle seri studi accademici di tipo storico. Alla notizia sono seguiti caroselli di auto festanti, con utilizzo di trombette da stadio e cori di giubilo inverecondo. Finalmente il messinese Antonio Spadaro si toglieva da cabasisi, dopo anni di direttorato. La causa: “tensioni redazionali” tra alcuni pezzi da novanta della rivista, come padre Occhetta e padre Luciano Larivera che erano stati fatti fuori dalla redazione.

Ma poi qualcosa è successo e per Spadaro la cosa s’era messa molto male perché era pronto il suo trasferimento in quell’Africa nera e veltroniana che nei suoi scritti sembra amare tanto, soprattutto nella rappresentazione migrantica. Giù si vedeva il povero ex direttore in un pentolone a bollire come principale portata di quei birichini di cannibali che da quelle parti ci sono ancora e sono dei veri buongustai. Tuttavia, come dicevamo prima, con i gesuiti tutto è imprevedibile e dopo un po’ di manfrina per spaventare a puntino il presule è arrivata la Provvidenza, sotto forma del cardinale José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero della Cultura, che ha provveduto a creare un posto di sottosegretariato allo stesso “ministero” vaticano.

La nomina prevede che Spadaro prenda possesso dell’inutile posto il primo gennaio del 2024, lasciandolo esposto per un pochino all’irriverenza degli ex colleghi, nudo di quel Potere che aveva tanto bramato e che infine lo ha perduto. Siccome il posto è assolutamente privo di qualsiasi visibilità e soprattutto appunto di potere, gira la voce che l’ex direttore potrebbe insegnare pure all’Università Gregoriana, ma l’ipotesi sembra peregrina e seguire piuttosto la solita trafila punitiva a cui è stato anche sottoposto padre Georg per circa mesi sei, prima di essere scagliato in Germania, nella Foresta Nera a meditare su i suoi peccati.

Padre Antonio sembra averla presa bene, almeno formalmente: “È giunto il tempo di lasciare il mio incarico. Ho accolto la decisione dei miei superiori gesuiti, concordata un anno fa, con immensa gratitudine per gli anni di intenso impegno al servizio della rivista che Papa Francesco ha definito unica nel suo genere”. L’ex direttore appariva completamente suonato dall’evento e così ha tentato di tirarsi su portando il regista Matteo Garrone - fresco vincitore del Leone d’Argento al festival di Venezia - in Vaticano, ma in realtà la stramba iniziativa era di un altro religioso e lui sembra se ne sia voluto appropriare solo per ribadire una supposta vicinanza a Papa Francesco, mandando in onda il dramma di un Ego inconsolabile.

Padre Spadaro in realtà sono anni che sgomita per fare carriera dentro i Sacri Palazzi ma oltre una vicinanza mediatica al Pontefice non ha ottenuto nulla di formale. Il suo schierarsi politicamente a sinistra in maniera imbarazzante – è chiamato il gesuita 2.0 - e la sua smania di visibilità, alla fine hanno prodotto il risultato di fargli perdere l’unica cosa che contava veramente e cioè l’essere direttore del prestigioso “la Civiltà Cattolica” le cui bozze hanno il privilegio unico di essere approvate direttamente dalla segreteria vaticana e quindi quello che viene riportato negli articoli è considerato il pensiero del Papa.

Il posto che ha ottenuto invece non conta assolutamente nulla e il povero gesuita si dovrà ridurre a coordinare un paio di ufficetti senza alcun peso politico. Una triste sorte per questo Icaro mediatico che sognava il Sole papale e si ritrova a fare il capoufficio di un posto assolutamente ininfluente. Sembra di rivedere la parabola di Padre Georg, brutalizzato dal Padre Santo per le sue esternazioni fuori luogo dopo la pubblicazione del suo libro in cui attaccava il Pontefice.

Che cosa abbia combinato Padre Spadaro non possiamo saperlo, ma sicuramente avrà fatto infuriare Papa Bergoglio che lo ha sistemato a puntino. Infatti negli ultimi tempi erano girate voci di un notevole raffreddamento tra lui e Santa Marta. La citazione in latinorum, dato l’ambiente è d’obbligo: Sic transit gloria mundi.

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