Palermo, cartelloni-choc: "Ecco le foto degli amanti di mia moglie"
Decine di cartelloni apparsi in centro città. È una vera e propria vendetta passionale, ma è giallo sull'autore
Decine di manifesti appesi in pieno centro con su scritto: "Gli amanti della mia ex moglie". È successo a Palermo
A primo impatto sembra di guardare un cartellone teatrale, con in primo piano le foto dei protagonisti e poi, più piccole, quelle degli altri personaggi. Ma se stai camminando in via Sammartino, a Palermo, che è tappezzata di questi manifesti, e li guardi bene, scopri che si tratta di vero e proprio "revenge urbano", come l'ha chiamato il Giornale di Sicilia, una vendetta in piena regola.
Al centro di ogni manifesto la foto della ex moglie e poi dieci volti con nomi, cognomi e i periodi delle sue presunte relazioni. Sul cartellone c'è anche lui, il marito offeso. Una donna e dieci uomini esposti allo scherno in pieno centro città. Sembra già di sentire i commenti: "Ma lui non è il figlio, il cugino, il padre, il marito, l'amico di...?" e giù a ridere. Lasciamo perdere i commenti riservati alla donna, invece. Si può arrivare a tanto dopo la fine di una relazione?
Da Palermo Live sappiamo che il marito in questione si è tirato fuori da questa storia, dichiarando di non saperne nulla. L’uomo, per mezzo dei suoi avvocati, ha comunicato di essere "estraneo alla vicenda che lo vede, suo malgrado, protagonista" e di non avere “redatto, né, tantomeno, diffuso il manifesto".
Chi ha ideato questa vendetta premeditata rischia una querela. Se tutte le persone coinvolte denunciano, si tratterebbe di diffamazione multipla. In questo caso alla pena prevista si aggiungerebbe un aumento per ogni persona offesa. E c’è l’ipotesi aggravata dell’attribuzione di un fatto determinato e dall’averlo reso pubblico tramite i manifesti. L’articolo 595 del codice penale stabilisce che "chiunque, comunicando con più persone offende l’altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a 1032 euro".
Un'ultima osservazione: con questa legge il legislatore ha voluto tutelare la reputazione dell’individuo, intesa quale considerazione e stima che le altre persone hanno di lei. L'autore di questo gesto vergognoso si è chiesto cosa significherà adesso per quella donna uscire di casa con l'ansia che qualcuno possa riconoscerla? La storia non ci insegna nulla, come ad esempio quella di Tiziana Cantone, che si è uccisa a 33 anni, impiccandosi nella taverna della casa di alcuni parenti, dove si era trasferita insieme alla madre. Lo ha fatto dopo aver visto naufragare la sua battaglia legale per ottenere la rimozione da Internet di video privati che aveva diffuso via WhatsApp ad alcune persone ma che poi erano circolati fino ad arrivare sulle pagine di una infinità di siti porno.