Papa Francesco, l'amico cardinale Semeraro: "Fino all'ultimo con lui. Era preoccupato per il rito di Carlo Acutis"

Il capo del Dicastero dei Santi: con le vesti si notava meno ma...

di redazione

Carlo Acutis

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Papa Francesco, quel pensiero fisso per la canonizzazione di Carlo Acutis

Papa Francesco è morto ieri mattina circondato dall'affetto e la preghiera dei suoi fedelissimi. Tra questi c'è sicuramente il cardinale Marcello Semeraro, nominato da Bergoglio alla guida del Dicastero dei Santi, non era solo un collaboratore stretto ma un amico del Papa. "L'altro giorno eravamo a Santa Marta - spiega Semeraro a Il Corriere della Sera - nel salottino accanto alla sua camera. Stava seduto dietro la scrivania, aveva dei documenti davanti a sé, abbiamo affrontato alcune questioni ed era lucidissimo. Però parlava con un filo di voce, ho visto tutta la sua fragilità. Non ho potuto baciarlo sulle guance perché aveva i naselli per l’ossigeno. Allora gli ho baciato la mano ed era gonfia, con i segni degli aghi. Si ripeteva che stava meglio, lo dicevano anche a noi cardinali. Magari, vestito con le vesti ecclesiastiche, si notava meno. Ma visto in privato, con gli abiti da camera, mi dava la sensazione di un padre anziano che ha molto sofferto".

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Semeraro parla anche dell'importanza che il Papa dava a un preciso evento, la canonizzazione di Carlo Acutis: "Si trattava - prosegue Semeraro a Il Corriere - di definire la modalità della sua presenza. C’erano diverse possibilità, eravamo rimasti in sospeso, d’accordo che due o tre giorni prima avremmo verificato. Il problema era se fosse in grado di pronunciare la formula di canonizzazione. Quando domenica ha detto "cari fratelli e sorelle, buona Pasqua", e gli è subito mancato il respiro, ho pensato che non ce l’avrebbe fatta. Però voleva esserci: l’alternativa era che qualcun altro leggesse la formula e lui desse il suo assenso".

Semeraro sul futuro della Chiesa: "Ci ha ricordato che chi governa deve mettersi in ascolto del popolo di Dio, del suo istinto della fede. Ci sono dei cammini nella Chiesa che vengono percorsi e non possono essere cambiati, altrimenti sarebbe come tornare indietro. Ha fatto uscire la Chiesa da sé stessa, indietro non si torna".

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