Patrick Zaki insultato per un tweet dopo Juventus-Bologna: bianconeri furiosi
Il 30enne egiziano si lamenta su Twitter per le due espulsioni subite dalla squadra di Mihajlovic: il post scatena una pioggia di minacce dai tifosi della Juve
Insulti e minacce a Patrick Zaki per un post su Twitter dopo Juventus-Bologna
Patrick Zaki finisce nel vortice dell'"hate speech" per un post calcistico su Twitter dopo Juventus-Bologna: il 30enne egiziano, tifoso dei rossoblu, era intervenuto sui social sulla sfida pareggiata sabato dai felsinei con la Juventus, lamentandosi per le due espulsioni subite dalla squadra di Mihajlovic. Il post ha generato, in tempo record, una "pioggia" di insulti e minacce da parte dei tifosi bianconeri.
Il tweet tanto contestato è stato: "Due cartellini rossi, stanno ancora pagando. Forza Bologna". Da allora, sulla sua bacheca, è un continuo di commenti, soprattutto di tifosi juventini, che contestano le sue parole, in alcuni casi anche con insulti e minacce, tirando in causa la sua vicenda giudiziaria in Egitto, dove rischia una condanna per reati d'opinione. "Se non posso dire la mia opinione sul calcio senza essere attaccato, dice Zaki, non sono sicuro di come dovrei recuperare la mia voce in questioni più importanti".
La vicenda è stata denunciata da Amnesty International. "'Stai parlando troppo, dice il portavoce Riccardo Noury, è uno dei commenti, tra insulti e altre minacce, pubblicati nelle ultime ore nei confronti di una persona che, per 22 mesi, ha perso la parola in una prigione egiziana e sta ancora sotto processo: Patrick Zaki. Tutto per un tweet da tifoso. State messi male".
Lo stesso studente egiziano è tornato sul fatto con un altro lungo post, stavolta su Facebook. "Ieri ho deciso di commentare la partita tra Bologna e Juventus, dicendo qualcosa che credo sia molto normale tra i tifosi di calcio di tutto il mondo. Mi sono trovato di fronte a decine di insulti e aggressioni, fino all'odio, racconta Zaki". "Non mi dispiace avere regolarmente discussioni accese con i tifosi di diverse squadre, amo il calcio e apprezzo questo tipo di divertimento. Tuttavia, quando ho scoperto che la gente sperava che io tornassi in prigione e fossi messo a tacere, mi ha davvero colpito come il discorso d'odio possa essere innescato così facilmente".
"Sinceramente, prosegue Zaki, non capisco come questa escalation sia stata così rapida e perché dopo due anni di silenzio, vengo attaccato dalle stesse persone che una volta mi sostenevano, solo perché ho detto la mia opinione sulla partita. Non volevo offendere nessuno con le mie parole e accetto il diritto di ogni persona di esprimere la propria opinione, spero solo che le persone mi lascino esercitare il mio diritto fondamentale di dire la mia opinione su una partita".