Pedretti, da eroina a truffatrice. Il marito: "Ossessionata da quei commenti"

La verità sulla morte della ristoratrice è dentro ai suoi cellulari. Ne aveva due, quello personale è finito nel Lambro con lei

Di Redazione Cronache
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Giovanna Pedretti
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Pedretti, il secondo cellulare e l'aiuto di Google. Due elementi chiave per risolvere il giallo

Emergono dettagli inediti sul caso Pedretti, relativo alla morte della ristoratrice del Lodigiano. Il corpo della donna è stato trovato senza vita nel fiume Lambro e la procura indaga per istigazione al suicidio. Nel mirino è finita la cosiddetta "gogna mediatica", una serie di commenti negativi in seguito alla scoperta che la recensione della cliente contro gay e disabili non fosse autentica. Questione su cui ancora non c'è una certezza assoluta. La verità sulla morte di Giovanna Pedretti si trova sui suoi cellulari. La titolare della pizzeria Le Vignole a Sant’Angelo Lodigiano ne aveva due. Uno - si legge su Il Fatto Quotidiano - è stato ritrovato nella sua Panda sulle rive del Lambro. Quello personale invece è finito in acqua con lei. In uno dei due dovrebbe trovarsi lo screenshot che Pedretti dice di aver fatto della recensione che accusava il locale di avere gay e disabili tra i clienti, a cui lei ha risposto dopo la sua cancellazione usando un "programmino", come ha detto ai carabinieri.

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Se non si trovasse nulla, a parte le altre incongruenze della sua versione, questo costituirebbe un ulteriore elemento a favore delle accuse di falso. Il marito Aniello D’Avino detto Nello, che l’ha accompagnata al colloquio con i militari, ha detto che la moglie "era ossessionata da quei commenti negativi". Nello ha anche spiegato ai carabinieri - prosegue Il Fatto - che la moglie era diventata silenziosa nelle ore precedenti alla morte. Non aveva risposto alle sue esortazioni a dimenticare tutto. Ossessionata dall’idea di essere diventata prima un’eroina e poi una truffatrice in poche ore. Gli inquirenti analizzeranno anche le celle telefoniche. E le chiamate, per cercare di capire se qualcuno ne abbia fatta una che ha fatto crollare la donna. Che ha ribadito anche ai carabinieri l’esistenza del post prima della sua cancellazione. Sarà fondamentale anche la verifica tramite gli archivi di Google.