Pescara, il legale del killer: "Ha lo sguardo assente, impossibile parlargli"
L'avvocato che difende uno dei 16enni che ha ucciso a coltellate Thomas Luciani: "Il mio assistito non ha ancora capito, ho davanti a me una persona smarrita"
Omicidio Pescara, i legali dei killer: "Non hanno ancora capito la gravità dei fatti"
Continua a tenere banco la tragica vicenda di Pescara relativa all'uccisione di Thomas Luciani, il 16enne brutalmente ammazzato da due suoi coetanei con 25 coltellate per un debito di droga di 200 €. I due ragazzi accusati sono stati ascoltati dal pm ma si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. A spiegare lo stato d'animo dei killer ci pensano i loro avvocati. "Il mio assistito - dice il legale Marco Di Giulio a Radio 24 - non ha capito ancora: a oggi è assente completamente. Impossibile instaurare un ragionamento. Si tratta di una fase ancora molto prematura. Quanto rischia? Difficile stabilirlo ora, ci sono situazioni che devono essere ancora valutate. Al momento con lui è anche difficile instaurare un dialogo: lo sguardo - sostiene il legale - dice quello: mi sono pentito. Nei prossimi giorni lo incontrerò anche per avere informazioni utili".
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"Una vicenda del genere sempre, a prescindere dalle responsabilità per cui chi dovrà pagare pagherà - spiega Roberto Mariani, il legale dell'altro minorenne accusato -, è una tragedia per tutte e tre le famiglie coinvolte". Ragazzi della "Pescara bene" si è detto parlando dei presunti assassini figlio di un carabiniere l'uno e di un avvocatessa l'altro. Secondo quanto riferito da uno dei ragazzi presenti al momento dei fatti Thomas sarebbe stato attirato in una trappola e ucciso con i giovani che sarebbero poi andati a fare il bagno al mare. L'arma del delitto, un coltello da sub, sarebbe stata avvolta in un calzino e gettata in mare.