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Cronache
Pescara, il selfie dopo l'omicidio. Fermo convalidato per gli indagati: FOTO
Omicidio Pescara

Omicidio Pescara, l'avvocato di uno dei presunti killer: "Ha fatto una cosa più grande di lui"

"Il ragazzo è sotto choc, assente, freddo alle emozioni, ma credo sia normale, è un ragazzino che forse sta capendo di aver fatto una cosa più grande di lui". Al termine dell'udienza di convalida al Tribunale dei Minori dell'Aquila, l'avvocato Marco Di Giulio che assiste uno dei due minorenni accusati di aver ucciso Thomas Christopher Luciani racconta il suo breve incontro col ragazzo. "Ci avevo parlato già domenica notte, trovo normale che non riesca a gestire bene la cosa, ma so che è ben assistito dalle istituzioni, e piano piano uscirà da questo buco nero. L'unico sorriso gliel'ho strappato quando gli ho portato i saluti della sua fidanzatina".

“In questi incontri non gli ho fatto molte domande perchè poi a parlare sono le indagini. Hanno riferito di una pistola nello zaino, ma fin qui non è stata trovata - prosegue l'avvocato Di Giulio - Oggi si è avvalso della facoltà di non rispondere poi vedremo". Di Giulio ha raccontato lo straziante incontro con il padre carabiniere: "E' un servitore dello Stato, un bravo servitore dello Stato e sta come se avesse preso in pieno un treno. Andrebbe riflettuto che a volte pensi che certe cose possano accadere solo agli altri e invece scopri che il protagonista sei te"

Omicidio Pescara, convalidato il fermo per gli indagati

È stato convalidato dal giudice Roberto Ferrari il fermo dei due 16enni indagati nell'inchiesta sull'omicidio di Christopher Thomas Luciani, trovato morto domenica scorsa a Pescara, nel parco Baden Powell. I due, difesi dagli avvocati Marco Di Giulio e Roberto Mariani, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. I 16enni sono indagati perché "in concorso tra loro, infliggevano - si legge nel provvedimento dei pm David Mancini e Angela D'Egidio - un totale di circa 25 colpi per mezzo di coltello a Thomas Christopher Luciani, attinto in zone vitali del corpo, cagionandone la morte, arrecando sevizie ed operando con crudeltà agendo su Luciani mediante calci e sputi mentre era riverso sul terreno esanime". Il medico legale, Cristian D'Ovidio, é appena uscito dal tribunale minorile dove il procuratore capo David Mancini, gli ha conferito l'incarico per l'autopsia sul corpo del ragazzo: "Ho 60 giorni, adesso vado a fare l'autopsia".

Pescara, il selfie al mare dei killer dopo l'omicidio di Thomas Luciani. FOTO

Quella che fino a poche ore fa era una ricostruzione ipotetica ora è suffragata da prove, quattro foto in cui si vedono gli assassini di Thomas Christopher Luciani al mare dopo il delitto, prima del “bagno liberatorio” e della disfatta del coltello. Come riporta il Corriere della Sera, nel provvedimento di fermo nei confronti dei due minorenni accusati di omicidio si ricostruisce la dinamica del delitto in quattro momenti: alle 16,46 i due presunti assassini entrano nel parco. Pochi minuti dopo vengono raggiunti da altri ragazzi; alle 16,48 i ragazzi entrano nella vegetazione. Tra loro c’è anche Thomas. Non ci sono telecamere di sorveglianza ad inquadrare la scena, ma quando tutti i giovani escono dalla vegetazione, di Thomas non c’è traccia.

LEGGI ANCHE: Omicidio Pescara: "Dopo 25 coltellate, la sigaretta spenta sul viso e sputi"

Omicidio Pescara   01

Alle 17,21 l’ultimo ad uscire è un "ragazzo alto con capello scuro con visiera tipo baseball un paio di bermuda scure e una canottiera nera con scritta bianca sulla parte frontale e sui fianchi e delle scarpe bianche che si incamminava lungo il vialetto parallelo alla via Raffaello Sanzio, in direzione nord". È il presunto assassino. Alle 18,21 uno dei due presunti assassini viene fotografato allo stabilimento "Croce del Sud". Si è cambiato gli abiti. Poco dopo va a fare il bagno, come racconteranno i testimoni. "Successivamente indifferenti a quanto accaduto", si legge nella ricostruzione, "unitamente agli altri amici", i ragazzi coinvolti nell'omicidio "si recavano insieme presso lo stabilimento balneare», dove poi «si sarebbero liberati del coltello, lanciandolo oltre la scogliera frangiflutti".

Una ricostruzione agghiacciante, dove "emerge in modo prepotente l'assenza di empatia emotiva con un fatto di tale inaudita efferatezza, tale da inveire sul cadavere, recandosi presso lo stabilimento balneare per fare il bagno al mare, senza chiamare i soccorsi o denunciare il fatto alle autorità, anzi chiacchierare con macabra ironia sul fatto appena avvenuto, con l'ulteriore intento di disfarsi dell'arma del delitto, un coltello con punta e taglio". Fino ad ora a parlare sono state le famiglie dei presunti assassini, gente della "Pescara bene", appartenenti alla Forze dell'ordine e alla "casta" forense. Nessuno ha giustificato i propri figli, tra dolore e stupore per l'accaduto: il fratello di uno di loro ha spiegato che non vuole "nessuno sconto di pena", mentre la madre avvocato di un'altro si limita a "credere che la giustizia farà il suo corso". E lo sperano tutti, per Thomas Christopher Luciani. 

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