Peste suina, boom di cinghiali: "Ripulire Roma per scoraggiarne la diffusione"
In Italia nel 2021 sono stati segnalati 2,3 milioni. Si tratta del cinghiale dell'Est, una delle specie più prolifiche
Peste suina, il biologo Catullo: “Boom di cinghiali in Italia ma potrebbero essere di più”
Dal 2019 al 2021 si è verificato un vero e proprio boom di circolazione di cinghiali in Italia: si è passati da 1milione a 2,3 milioni, quindi un cinghiale ogni quattro abitanti. In realtà, Gianluca Catullo, responsabile specie e habitat dell’associazione ambientalista Wwf, spiega all’AGI che “noi ad oggi non abbiamo assolutamente dei numeri minimamente attendibili” per verificare l’effettiva circolazione di questo mammifero.
Ispra ha da qualche tempo avviato un monitoraggio su scala nazionale e tra qualche settimana saremo in grado di avere dei numeri veri sulla popolazione italiana di lupo anche se, come rivelato da Catullo: “Nel caso del cinghiale, però, siamo molto molto più indietro, ci sono delle stime che fanno solo i cacciatori”. Un solo dato è certo: la popolazione di cinghiali è estesa ed è in costante crescita.
Il cinghiale è un animale reintrodotto nella natura principalmente per attività di stampo venatorio. Che cosa vuol dire? Lo spiega Catullo all’AGI: “Significa che tutti i rilasci che sono stati fatti fino ad alcuni anni fa sono stati fatti dai cacciatori. E qui, per altro, c’è tutta una polemica sul tipo di cinghiale che è stato rimesso in circolazione, che è stato quello dell’Europa dell’Est, una delle specie tra le più prolifiche, ciò che ha fatto sì che la popolazione crescesse in una maniera più rapida e consistente”.
Peste suina, Catullo: "Ripulire subito Roma: cassonetti e immondizia rendono l’ambiente vivibile per i cinghiali"
Il cinghiale si sta pian piano trasformando in una specie fuori controllo e di fronte allo sviluppo vorticoso di questo mammifero, sorge spontanea una domanda: come ridurre la popolazione di cinghiale dato l’incremento di casi di peste suina? Catullo compie un affondo sul territorio in cui l’animale è stato inserito: “L’ambiente è diventato più favorevole a queste specie. Per esempio, la questione dei cassonetti nelle aree periferiche o suburbane dove l’immondizia magari non viene raccolta per un certo tempo significa in qualche modo drogare un po’ l’ambiente”.
“Paradossalmente bisognerebbe peggiorare le condizioni dell’ambiente per scoraggiare il cinghiale, tenendolo il più possibile pulito. La cosa che a Roma i cassonetti non vengano svuotati è abbastanza paradossale se non surreale” ha aggiunto all’AGI Catullo. In ogni caso, la ricerca di un compromesso è necessaria per contenere la popolazione dei cinghiali e arginare la propagazione dei casi di peste suina in Italia.