Politica
Draghi negli Usa terremota la sinistra. Letta insegue Conte, Pd diviso. E...
Draghi negli Usa con una posizione semi-pacifista, tramonta il campo largo di Letta
Draghi negli Usa, le conseguenze sulla politica italiana
Il viaggio negli Stati Uniti di Mario Draghi rischia di terremotare il Centrosinistra e di far naufragare il tanto sospirato e ricercato campo largo di Enrico Letta. Il presidente del Consiglio ha tenuto una linea semi-pacifista alla Casa Bianca, che probabilmente gli costerà la poltrona di segretario generale della Nato vista la parziale delusione di Joe Biden. E le ripercussioni in Italia sono tutte a sinistra. Il segretario del Pd, intervistato da Il Foglio, ha fatto l'ennesima capriola carpiata, lodando Draghi e di fatto inseguendo Giuseppe Conte, vero artefice della svolta meno belligerante del presidente del Consiglio.
"Gli europei dovrebbero essere grati a Draghi per quello che ha fatto in America. Ha messo in guardia gli Stati Uniti sulla situazione che c'è in Italia e in Europa, che si fa sempre più complessa. Europeisti e atlantisti hanno il dovere di aiutare l'Ucraina a difendersi, con tutti i mezzi a disposizione, ma gli Stati Uniti hanno il dovere di aiutare l'Europa a trovare un punto di caduta". Ovvero "ragionare sulla creazione di condizioni per un cessate il fuoco e per un negoziato". E "in questo, negli ultimi giorni mi pare ci sia stato un buon gioco di sponda tra Draghi e Macron", sottolinea, in una conversazione con il direttore de Il Foglio Claudio Cerasa, il segretario del Pd Enrico Letta all'indomani della visita di Mario Draghi a Washington per incontrare il presidente Usa Joe Biden e i vertici del Congresso Usa.
Parole ben diverse dal sostegno, anche militare, incondizionato che dal Nazareno arrivavano fino a pochi giorni fa alla resistenza ucraina contro la Russia. Ma il Pd non è compatto. Sul fronte opposto, spiccano oggi le parole del sindaco di Firenze Dario Nardella, ex renziano e vicino alle posizioni di Base Riformista, esattamente come il ministro della Difesa iper-atlantista Lorenzo Guerini. "Patti chiari, amicizia lunga. Se si vuol proseguire l'alleanza con il M5S, vanno sciolti subito i nodi su politica estera, giustizia sociale e diritti civili. Sono temi fondamentali, altrimenti su quali basi la costruiamo la coalizione?", spiega il sindaco di Firenze, in un'intervista a La Repubblica, parlando dell'alleanza con il Movimento 5 stelle e delle divisioni su certi temi, come quello dell'invio delle armi all'Ucraina. Secondo Nardella per il Pd non deve esserci "nessuna alleanza a scatola chiusa. Prima occorre trovare una vera condivisione sui temi e i valori di fondo, poi ognuno potra' marcare la propria identità".
In sostanza, mentre Letta insegue Conte sulla guerra, la cosiddetta destra del Pd attacca il leader pentastellato proprio sulla linea sposata ora dal Nazareno, scavando così un solco pericoloso tra i Dem. Ciliegina sulla torta, anche se si tratta di una frittata, le parole di Carlo Calenda, che nei piani di Letta avrebbe dovuto partecipare al campo largo anti-destre alle prossime Politiche. "Primo: andremo da soli. La politica è coraggio. Andremo da soli per rifondare un'area centrale che di moderato ha molto poco. Se io non faccio questo, che cosa succede alle prossime elezioni? Si presenta la sinistra che non governa, la destra che non governa e che cosa fanno il giorno dopo le elezioni?".
Così il segretario di Azione, rispondendo a una domanda del pubblico sulle prossime elezioni politiche e su eventuali alleanze, durante la presentazione del suo libro 'La libertà che non libera' a Milano. "Renzi? Lo metto per iscritto: farà accordi per conto suo. Senza Letta? Certo, da soli. Puoi avere una sola certezza: io non vado con Conte. Io voglio vedere Letta che governa con Conte...", ha aggiunto. Riassunto finale. Draghi ascolta Conte (che intanto aveva convinto buona parte della maggioranza a essere meno belligerante), va negli Usa da Biden a fare il semi-pacifista (si gioca forse la poltrona della Nato) e ottiene di spaccare il Pd e di allontanare definitivamente Calenda e Renzi dai giallo-rossi (posto che l'alleanza giallo-rossa si faccia davvero).
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