Pompei, medico con 8 milioni di euro in contanti nascosti dentro l'armadio. Sequestrati
I soldi contanti erano organizzati in mazzette da 20, 50, 100 e 200 euro, e tutti nascosti dietro un armadio che fungeva da caveau. L'uomo non ha saputo giustificare l'origine del denaro
Pompei, sequestrati 8 milioni di euro in contanti trovati in casa di un medico: nascosti e organizzati in mazzette
Nell’abitazione di un medico, la Guardia di finanza ha trovato 8 milioni di euro in contanti nascosti dietro a un armadio adibito a caveau. La scoperta è stata resa notta oggi, lunedì 19 agosto, dal Comando provinciale della Gdf di Napoli, luogo in cui è avvenuto il ritrovamento dell’ingente somma di denaro. Il professionista è residente a Santa Maria la Carità, un comune da poco più di 10 mila abitanti vicino alla città di Pompei in cui lavorava come medico.
L’uomo era sospettato di evadere il fisco, per questo i militari del Gruppo Torre Annunziata hanno perquisito la sua abitazione che coincide anche con il suo posto di lavoro. Quando è stato trovato il denaro, lui non ha saputo giustificarne la provenienza. Inoltre, per com’era nascosto e organizzato, risultava sospetto: i circa 8 milioni di euro rinvenuti erano suddivisi in mazzette da 20, 50, 100 e 200 euro, raccolte in buste di plastica sulle quali erano riportate varie annotazioni e tutte nascoste dietro un armadio.
L’intera somma di denaro è risultata “sproporzionata rispetto al reddito dichiarato dal medico e anomala sia per quantità sia per le modalità di conservazione”, scrivo le Guardia di Finanza in una nota. Motivo per cui è stata sequestrata insieme alla documentazione riguardante l’attività professionale dell’uomo. A convalidare sia la perquisizione nel domicilio, sia il sequestro dei beni è stata la Procura della Repubblica di Torre Annunziata.
Si legge, sempre nella comunicazione della Gdf: “Il sequestro preventivo del denaro contante è stato successivamente convalidato dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Torre Annunziata, considerata la più che ragionevole provenienza illecita dello stesso, ricorrendo concreti e specifici indizi del reato di truffa aggravata ai danni dello Stato e comunque del reato di ricettazione”.