Psichiatra aggredita morta, la colpa? La legge Basaglia che chiuse i manicomi

Ben venga quindi la proposta del deputato leghista Edoardo Ziello di riaprirli per fermare una strage ormai fuori controllo...

Di Giuseppe Vatinno
Cronache

Psichiatra aggredita morta, riaprire i manicomi non ci ridarà la dottoressa Capovani ma eviterà che ce ne siano altre. Il commento

L’omicidio della psichiatra pisana Barbara Capovani, barbaramente colpita a sprangate da un suo ex paziente, Gianluca Paul Seung, riapre un dibattito in realtà mai sopito: quello sulla chiusura dei manicomi, frutto della cosiddetta legge Basaglia.

Angelo Cerù, direttore del Dipartimento Salute mentale e dipendenze della Asl Toscana Nord Ovest, ha parole di fuoco in una intervista al Corriere della Sera: «L’aggressività fa parte del nostro lavoro e spesso i pazienti veri possono mostrarla con evidenze legate a una loro psicopatologia. Ma oggi ci ritroviamo con persone che non sono pazienti, non sono malati ma sono solo delinquenti. Quello che è successo a Barbara può accadere a chiunque di noi lavori nei reparti di salute mentale o nelle dipendenze. Ci troviamo ad affrontare situazioni che non sono nostre, che non ci competono. Siamo stati abbandonati dalle istituzioni e da leggi che sono passate sopra la nostra testa, i nostri reparti sono diventati la discarica del sistema penale”.

E qui si apre anche il tema della delinquenziale (è il caso di dirlo) chiusura dei manicomi giudiziari sostituiti dalle inefficienti REMS, Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza.

Seung ha 35 anni, ce l’aveva con la Capovani e aveva denunciato tutti. Scriveva in continuazione lettere, vergava lunghe sbrodolature sui social, diceva che Draghi proteggeva i malavitosi, si era fatto pure un canale su YouTube in cui delirava sul fatto che il medico delle staminali Davide Vannoni fosse ancora vivo.

E poi una serie di “perle”: come riporta il Corriere Fiorentino: il 2 febbraio 2022 aveva spruzzato lo spray urticante e sputato in faccia ad una guardia del tribunale di Lucca dove era imputato per interruzione di pubblico servizio. Nel 2012 partecipa ad una festa e ferisce al volto con una penna lo psichiatra Mirko Martinucci. Entra nei reparti di psichiatria perché vuole controllare le condizioni dei pazienti. Nel 2013 è accusato di aver molestato una ragazzina di 13 anni a Torre del Lago.

Dal suo profilo Facebook dava libera uscita a tutte le congetture del mondo, Draghi proteggeva personalmente Messina Denaro, c’erano ovunque traffici istituzionali di stupefacenti, la regina Elisabetta gestiva un traffico internazionale di armi, attaccava i magistrati con violente invettive per chi gli aveva dato gli arresti domiciliari.

Tutto il mondo –a suo dire- ce l’aveva con lui. Ognuno cospirava, ognuno lo seguiva.

Nel 2019 aveva avuto il primo contatto con la psichiatra pisana e poi era scomparso.

Una diagnosi precedente era stata: «psicosi schizofrenica da trattare con antipsicotici e anticolinergici, periodici controlli specialistici e terapia farmacologica domiciliare».

Minaccia gli psichiatri tanto che nel 2018 ha un decreto di divieto di avvicinamento a loro.

Aveva aderito alle tesi strampalate dell’antipsichiatria, che si generano nel solito milieu cospirazionista fatto di chip impiantati sottopelle, no vax, no 5 G e soprattutto una incontrollata rabbia sociale.

Ma non nascondiamoci dietro ad un dito.

Il mondo dei social, Facebook e YouTube soprattutto, è pieno di “pazzi” in libertà che vomitano stupidaggini agghiaccianti e illogiche, fake news di ogni tipo, deliri cospirazionisti, minacce gravissime agli altri utenti al primo segnale di discordanza con il proprio pensiero malato. Tutti ci siamo imbattuti in tali soggetti che sono lasciati liberi in nome del buonismo.

Ora gli psichiatri dicono basta, ma ci voleva questo fatto delittuoso per accendere un riflettore sui danni dell’antipsichiatria.

Uno dei danni più duraturi che la sinistra ha apportato alla società italiana è stata la cosiddetta "legge Basaglia" e cioè la legge 180 del 1978, che prevedeva la chiusura dei manicomi. Franco Basaglia è stato uno psichiatra veneziano, operante a Gorizia, fondatore di Psichiatria Democratica (già il nome è un obbrobrio ed un programma ideologico). Purtroppo Basaglia inquinò la medicina con la filosofia e specificatamente l'esistenzialismo sartriano di stampo comunista. Inquinò il positivismo medico con concetti ambigui e pericolosi in campo psichiatrico cercando un approccio umano con il "matto" generando però una serie di guai di cui vediamo quotidianamente ancora gli effetti. Basaglia voleva fare diversamente dall’approccio tradizionale, fare in un altro modo.

Ma cosa significa "fare diversamente" e quale è esattamente l'"altro modo"? Fare diversamente significava per Basaglia un approccio umano al malato e chi potrebbe essere contrario? Il punto è che poi quando il matto diventa furioso è pericoloso per sé e per gli altri hai voglia a parlargli di Sartre e Marcuse, quello prende la mira e spacca tutto quello che trova e allora devi andarci giù di psicofarmaci e TSO con buona pace di Marcuse, Sartre, Marx e Gramsci. 

In un Paese come l'Italia il legislatore doveva prevedere quello che sarebbe successo e cioè che la legge sarebbe poi stata utilizzata sì per chiudere i manicomi ma poi avrebbe scaricato tutto un insostenibile peso sulle famiglie che non possono reggere da sole il gravame della malattia mentale grave (e i relativi costi, tra l’altro). 

A tal proposito non possiamo non citare Vittorino Andreoli che qualche tempo fa ha dato una intervista al Corriere della Sera in cui si vantava di non aver mai legato “un matto” in 50 anni di professione.

Lui è stato fortunato, la dottoressa Capovani purtroppo no.

Dietro alla antipsichiatria c’è tutto un mondo che vuole abolire il TSO, il Trattamento Sanitario Obbligatorio, perché lederebbe i diritti civili. Nel “mondo alla rovescia” in cui viviamo si stanno sovvertendo tutti i valori, si nega la malattia mentale perché è “la società ad essere malata”, si nega che esistano i “matti” ma si tratterebbe solo di “diversamente pensanti”.

No, non è così. Basta lo ripetiamo, andare sui social per assistere ad un florilegio di intemperanze e violenza. Se uno si permette di avere dei dubbi sulla sorte dell’orsa è un pazzo criminale e delinquente e partono le minacce. Se uno parla bene di un vaccino idem. Ed allora ben venga la proposta del deputato leghista Edoardo Ziello di riaprirli i manicomi per fermare una strage ormai fuori controllo. Purtroppo non ci ridarà la dottoressa Capovani ma eviterà che ce ne siano altre.

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